Martedì 12 Novembre 2024
Giancarlo Ricci
Tech

C’è un satellite in caduta libera sulla terra. Ma non c’è da preoccuparsi

Il satellite ERS-2 sta tornando verso la Terra in modo incontrollato. Le ultime stime prevedono che brucerà in atmosfera alle 21:53 del 21 febbraio 2024.

Un satellite dell'Esa

Un satellite dell'Esa

Il satellite ERS-2 (European Remote Sensing 2) dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta per concludere la sua missione durata 16 anni, in un finale spettacolare bruciando in modo incontrollato al rientro in atmosfera. Secondo le ultime stime fornite dallo Space Debris Office dell'ESA, il satellite farà il suo rientro alle 21:53 italiane del 21 febbraio 2024, con un margine di incertezza di circa 7 ore.

Questa incertezza è principalmente dovuta all'influenza dell'attività solare, che modifica la densità dell'atmosfera terrestre e quindi la resistenza che il satellite subirà durante il suo rientro. Le previsioni, costantemente aggiornate, mostrano una riduzione dell'incertezza man mano che nuovi dati vengono raccolti.

Lanciato il 21 aprile 1995 dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese, dall'ESA, il satellite ERS-2 ha pienamente raggiunto il suo scopo di fornire una base solida per il futuro dell'osservazione europea della Terra. Durante la sua attività, ha raccolto dati preziosi sulle superfici terrestri, sugli oceani e sulle calotte polari, contribuendo anche al monitoraggio di disastri naturali come inondazioni e terremoti in aree remote del globo.

Secondo le simulazioni condotte, il satellite, con una massa di circa 2294 kg, dovrebbe disintegrarsi a circa 80 km dalla superficie terrestre in diversi frammenti a causa dell'attrito con l'atmosfera. Mentre la maggior parte di questi frammenti brucerà durante il passaggio atmosferico, esiste una possibilità che i frammenti più grandi possano sopravvivere e impattare il suolo.

A causa della natura incontrollata del suo rientro, è impossibile prevedere con precisione il punto di impatto del satellite fino alle fasi finali del suo rientro. Tuttavia, considerando la traiettoria attuale e la predominanza di superficie oceanica sulla Terra, è probabile che i frammenti più grandi cadranno in zone disabitate o in mare, evitando così centri abitati.

Nonostante le preoccupazioni che un evento del genere potrebbe suscitare, la probabilità di essere colpiti da detriti spaziali è estremamente bassa, appena una su 100 miliardi, inferiore a quella di vincere al SuperEnalotto indovinando 6 numeri. Inoltre, nessuno dei frammenti del satellite contiene sostanze tossiche o radioattive, riducendo ulteriormente il rischio per la popolazione.

Per mitigare questi rischi, le agenzie spaziali hanno adottato strategie che prevedono il rientro controllato delle sonde orbitanti, preferibilmente in zone non abitate come il Punto Nemo nell'Oceano Pacifico. Questi incidenti di rientro incontrollato stanno diventando sempre più rari, poiché le agenzie spaziali pianificano le missioni in modo che i satelliti possano essere riportati in modo sicuro sulla Terra una volta terminata la loro attività operativa.

Dopo il completamento della sua missione, l'ESA ha adottato una politica di mitigazione dei detriti spaziali nel 2008, decidendo di non abbandonare il satellite alla sua sorte. Invece, è stato utilizzato il carburante residuo per condurre 66 manovre che hanno modificato l'orbita del satellite, portandolo in una posizione a bassa probabilità di collisione con altri satelliti. Questo ha permesso al satellite di deorbitare spontaneamente, bruciando nell'atmosfera terrestre come previsto.

In conclusione, mentre l'evento del rientro incontrollato del satellite ERS-2 potrebbe suscitare preoccupazioni, è importante sottolineare che il rischio per la popolazione è estremamente basso. Le agenzie spaziali stanno lavorando attivamente per garantire che i futuri rientri spaziali avvengano in modo controllato e sicuro, riducendo al minimo il potenziale impatto sugli esseri umani e sull'ambiente.