Roma, 19 aprile 2018 - Da oggi il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti potrà autorizzare le sperimentazioni su strada di veicoli a guida automatica in Italia. L’annuncio è stato pubblicato ieri sera in Gazzetta Ufficiale e confermato in una nota del Ministero. Argomento particolarmente caldo, soprattutto in seguito all’incidente avvenuto a Temple, piccola cittadina della Florida, il 19 marzo scorso. Una 49enne è stata travolta e uccisa da un'auto a guida autonoma. Immediatamente Uber ha annunciato la sospensione dei test in strada dei suoi 'veicoli intelligenti'. La polizia di Temple avrebbe reso noto che è possibile che la vettura non abbia colpe. Uno dei video girati all’interno dell’auto e visionato dagli agenti, stando alle prime indiscrezioni, dimostrerebbe che la donna sarebbe sbucata all’improvviso, attraversando inoltre a un centinaio di metri dalle strisce pedonali. A confermare la versione è stato il pilota a bordo dell’auto che non ha fatto in tempo a riprendere il controllo della vettura, preso del tutto alla sprovvista. Ciò confermerebbe che, anche se alla guida ci fosse stata una persona, sarebbe stato molto difficile evitare la collisione.
Mentre negli Usa si fa un passo indietro, in attesa che le indagini chiariscano la dinamica del sinistro mortale, l’Italia si difende bene in termini di sperimentazione. Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un approfondimento sul tema vetture a guida autonoma in Italia, in cui gli esperti del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano ci hanno illustrato i vari progetti legati al tema. Il Professor Sabbioni, che lavora alle varie sperimentazioni, aveva puntualizzato che la tecnologia attuale sarebbe già matura, il problema focale resta quello inerente le responsabilità etiche, ovvero decretare di chi sarà la responsabilità nel caso di incidenti che coinvolgano un’auto a guida autonoma.
I contesti più agevoli per le vetture a guida autonoma sono sicuramente quelli autostradali, la vera sfida per i ricercatori è infatti il contesto urbano. "L’ambiente urbano è sicuramente quello più complicato, per via di tutte le variabili da tenere presenti quando si programma l’agire dell’automobile. Ci sono passanti, incroci, insomma un corollario di agenti imprevisti da considerare. Ci vuole una sensoristica più avanzata. Algoritmi più complicati che considerano anche le interazioni dei pedoni, rispetto ad un contesto autostradale", ci spiega il professor Sabbioni che arriva al nocciolo della questione: ovvero il dilemma etico. "Il problema etico è fondamentale e molto serio. E soprattutto è recente. Per ora non è ancora stata trovata una soluzione risolutiva. Cosa deve fare il veicolo se davanti a sé ha una scolaresca e deve scegliere, per evitarla, di andare incontro a una collisione con un altro veicolo, per esempio?".
Fra i mezzi che fruiranno dello sdoganamento dei test su strada da parte del Ministero c’è con alta probabilità quello a cui il Politecnico di Milano sta lavorando, insieme ad altri enti di ricerca e partner industriali. Si tratta di un veicolo totalmente autonomo concepito per il car sharing cittadino nella città di Milano. Gli ingegneri al lavoro promettono che nel giro di un paio d’anni questa perla tecnologica dovrebbe essere pronta. E la sicurezza? I dati statistici raccolti dall’Ente Americano Autostrade NHTSA parlano chiaro: circa il 90% degli incidenti stradali è imputabile a un errore umano, non a cause meccaniche. Questa percentuale dovrebbe rassicurare anche i più diffidenti. Ovviamente bisogna ancora scoprire cosa succederà quando avremo in strada veicoli autonomi e non autonomi. Con questa apertura alla sperimentazione su strada ci sono finalmente le condizioni per riscrivere una nuova casistica.