Sabato 8 Febbraio 2025
REDAZIONE TECH

Un lungo inverno, con poco cibo, esposti alle radiazioni solari: la vita sulla Terra dopo l’impatto con l’asteroide di 500 metri

Simulate da ricercatori sudcoreani le conseguenze dell'eventuale impatto di Bennu nel 2182. La temperatura media mondiale crollerebbe di 4 gradi. La vita per gli uomini diventerebbe molto complicata, ma non sarebbe impossibile

Un'immagine della Nasa dell'asteroide Bennu (Afp)

Un'immagine della Nasa dell'asteroide Bennu (Afp)

Roma, 8 febbraio 2025 – Nei giorni in cui è stato rivisto al rialzo il rischio che l'asteroide 2024 YR4 possa colpire la Terra nel 2032, uno studio ‘made in Corea del Sud’ ipotizza lo scenario nell’eventualità che il nostro piante venisse colpito nel 2182 da un altro asteroide, Bennu, con un diametro di circa 500 metri. L'asteroide è stato studiato recentemente da vicino dalla missione Osiris Rex e su di esso sono state trovate tracce dei mattoni della vita. In caso di impatto la Terra piomberebbe in un lungo inverno, con la vita dell’uomo sul pianeta che sarebbe totalmente rivoluzionata.

Inverno perenne

In sintesi: un crollo di 4 gradi della temperatura media mondiale, accompagnato dalla riduzione del 30% della fotosintesi dei microrganismi che sono la base delle catene alimentari e anche una riduzione dello strato di ozono che protegge il pianeta dalle radiazioni solari, secondo l’ipotesi su Science Advances da Lan Dai e Axel Timmerman, dell'Università Pusan.

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Le possibilità di un impatto

La possibilità che il nostro pianeta possa essere colpito da Bennu è remota, ma c’è. Si tratta di una possibilità su 2.700, ossia lo 0,04%. Secondo lo studio un eventuale impatto potrebbe spingere nell'atmosfera fino a 400 tonnellate di polvere nella stratosfera, gli strati più alti, e interferire con il clima, la chimica dell'atmosfera e gli equilibri della vita.

Vita difficile, ma non impossibile

Non sarebbe un evento catastrofico come l'impatto di Chicxulub, l'asteroide che probabilmente favorì l'estinzione dei dinosauri e che aveva un diametro tra i 10 e 15 chilometri, ma avrebbe comunque gravi conseguenze. I cambiamenti rivoluzionerebbero le catene alimentari complicando, ma senza renderla davvero impossibile, la vita degli umani. L'impatto - secondo lo studio – avrebbe conseguenze pesanti per alcune forme di vita ma ne favorirebbe altre, ad esempio le alghe e altre forme di vita marina che beneficerebbero delle grandi quantità di polveri e metalli nell'acqua. Nutrienti che alimenterebbero catene alimentari 'alternative', e che potrebbero essere sfruttate anche dagli umani.