Domenica 22 Dicembre 2024
Giancarlo Ricci
Giancarlo Ricci
Tech

100 giorni con un chip nel cervello: il racconto del paziente zero di Neuralink. Elon Musk: “Un successo”

Noland Arbaugh parla della sua esperienza post impianto: "Mi ha aiutato a riconnettermi col mondo e di fare di nuovo cose da solo"

L'avventura di Noland Arbaugh, il primo paziente a sperimentare l'impianto cerebrale di Neuralink, ha raggiunto un traguardo significativo: cento giorni di utilizzo continuativo con risultati promettenti. Elon Musk, fondatore di Neuralink, ha descritto questo periodo come un "successo", evidenziando i progressi notevoli nel campo delle interfacce cervello-computer. Questa tecnologia mira a trasformare radicalmente la vita delle persone affette da tetraplegia, offrendo loro una nuova autonomia e la possibilità di interagire con il mondo digitale in modi precedentemente inimmaginabili.

L'Impatto del chip su Noland

Noland Arbaugh, 29 anni, ha subito l'intervento chirurgico per l'inserimento del chip al Barrow Neurological Institute di Phoenix. Prima dell'impianto, Noland dipendeva da un bastoncino controllato oralmente per interagire con i dispositivi digitali, una soluzione che limitava la sua autonomia e causava discomfort fisico. Con l'introduzione del chip di Neuralink, denominato 'Link', la sua quotidianità è stata rivoluzionata. "Vivere secondo i miei tempi, senza bisogno di assistenza continua, è un lusso che non mi era concesso da anni," ha condiviso Noland.

Il dispositivo gli ha permesso di sdraiarsi nel letto e usare il computer, giocare a videogiochi come Mario Kart, navigare in internet, e partecipare a live streaming, tutto controllando un cursore con la mente. Queste attività, che sembrano banali per la maggior parte delle persone, rappresentano per Noland una riconquista dell'indipendenza e della connessione sociale.

Innovazioni e sfide tecnologiche

Durante i primi cento giorni, il team di Neuralink ha monitorato da vicino le prestazioni del chip, registrando miglioramenti significativi e alcune sfide. Noland ha stabilito un record mondiale per il controllo del cursore con un'interfaccia cervello-computer, raggiungendo 4,6 bit al secondo (Bps) e successivamente 8 Bps. Tuttavia, si sono verificati alcuni problemi tecnici, come il ritiro dei fili del chip, che hanno ridotto l'efficacia degli elettrodi. In risposta, i ricercatori hanno ottimizzato l'algoritmo di registrazione e migliorato le tecniche di traduzione dei segnali neurali, risultando in un recupero e miglioramento delle prestazioni.

Prospettive future

Il progetto 'Prime', in cui è coinvolto Noland, continua a essere una sperimentazione cruciale per la validazione della sicurezza e dell'utilità del Link nella vita quotidiana. "Monitoreremo le sue prestazioni tecniche da remoto e quantificheremo i benefici forniti," hanno spiegato i ricercatori di Neuralink. L'obiettivo è dimostrare che il chip non solo migliora la qualità della vita dei partecipanti ma che è anche un'innovazione sostenibile e adattabile a lungo termine.

In conclusione, i primi cento giorni di Noland con il chip di Neuralink rappresentano un capitolo promettente nella ricerca di soluzioni avanzate per l'interazione uomo-macchina. Questa tecnologia non solo promette di restituire autonomia e dignità a chi vive con limitazioni fisiche severe, ma apre anche la porta a future innovazioni che potrebbero un giorno beneficiare l'intera umanità.