Londra, 11 maggio 2016 - Il proprietario del Boleyn Tavern scuote la testa. Quelle di ieri sera rischiano di essere le ultime birre spillate nello storico pub, ritrovo dei tifosi del West Ham prima delle partite. Lì, in fondo a Green Street, all'angolo con Barking Road, il cuore pulsante di ogni pre partita, tra qualche mese sarà solo un lontano ricordo. Scuote la testa, anche perchè la festa d'addio ad Utpon Park, contro il Manchester United, è stata rovinata dalla violenza dei tifosi Hammers, che hanno bersagliato il pullman degli avversari con bottiglie e fumogeni, ritardando di 45 minuti l'inizio della partita e facendo rivivere l'incubo hooligans all'Inghilterra.
Un episodio triste, indegna fine di una storia stupenda. Strano, perchè chi si immagina quel piccolo mondo come un luogo solitamente di perdizione, deliquenza e alcolismo, si sbaglia: tra gli ultras festanti (e qualche volta pericolosi), sbucano anche mamme con passeggini, perchè ogni match del West Ham è una festa, una famiglia. "Futuro Hammer, futuro Hammer" urlano i più scalmanati, puntando il dito contro quel povero bambino, sulle spalle del papà, gli occhi strabuzzati tra eccitamento e paura.
Da queste parti, i tifosi, li crescono così. Birra e West Ham, in questo quartiere nel profondo Est di Londra, dove la comunità islamica è comunque riuscita a inserirsi nonostante la forte matrice di destra della tifoseria inglese. Qui il calcio è riscatto sociale. Qui il calcio è la ribalta domenicale. E', o meglio è stata, fino a ieri, fino all'ultima partita del West Ham ad Upton Park. Gli Hammers se ne vanno, spazzati via dal vento di Newham, che tante bolle ha fatto volare in questi 112 anni. Sì, 112 lunghi anni, dal 1904, passate due guerre, mille partite, gioie e dolori. Tutti accompagnati da quell'inno un po' rock, ma soave, "Forever blowing bubbles", appunto. Dall'anno prossimo, il club giocherà nello stadio Olimpico di Londra 2012, quartiere Stratford, non proprio dietro l'angolo. Ma è la forza del progresso, il coraggio di cambiare tra innovazione e tradizione. Proprio quello che manca in Italia.
I ricordi più belli al Boleyn Ground, per i tifosi, sono legati soprattutto alle promozioni o alle vittorie in singole partite. In questa stagione, il manager Bilic ha dato un'impronta vincente alla squadra, trascinato da un super Payet e un ritrovato Carroll. Una bella stagione, comunque vada con o senza Europa, degna conclusione per salutare uno stadio storico, leggendario, dal fascino unico, con i suoi seggiolini "claret and blue", granata e azzurro. E poi la coda fuori dal negozio, e i ragazzini che a fine partita si piazzano davanti al cancello da cui escono le macchine dei calciatori, per strappare un autografo, o anche solo un sorriso, qualunque sia stato il risultato della partita. D'altra parte, sono tutti della famiglia Hammer. Tutti "blowing bubbles", anche ieri. Per l'ultima, purtroppo vergognosa volta, ad Upton Park.