Modena, 11 maggio 2016 - Come un fiume sotterraneo del cuore, la storia trova sempre la sua strada per riemergere anche nello sport. E prova a costruirsi il futuro aprendo canali nuovi: dopo lo scudetto, la Modena del volley lancia l’azionariato popolare per restare ai livelli appena riconquistati. Dopo l’Olimpia Milano nel basket l’anno scorso (e quest’anno i milanesi sono ancora favoriti), anche la pallavolo ha riportato la sua Juventus sul trono tricolore. Domenica la Dhl erede della grande Panini, la squadra più vincente di sempre sottorete, si è ricucita addosso uno scudetto (il 12°) che mancava da 14 anni. Per la città, tornata capitale non solo morale del volley, i tricolori sono 23.
La gioia finale è stata resa maggiore dalla sofferenza di una stagione tormentata, ma non ha tolto la lucidità per sfruttare il momento migliore per proporre un allargamento della base economica che non ha precedenti, sotto rete. L’idea è quella di sfruttare un marchio, quello della pallavolo abbinata al nome Modena, riconosciuto in tutto il mondo.
E’ il tentativo di aprire una finestra sul futuro dopo una stagione ricca di vittorie (Modena ha alzato anche Supercoppa e Coppa Italia), anche se a tratti somigliava ad una via crucis che ha lasciato tutti stremati. Tanto che la rivoluzionaria presidentessa Catia Pedrini (prima donna proprietaria scudettata) alla fine ha sussurrato: «A volte il dolore paga». Ce n’era tanto misto alla felicità, nella dedica in lacrime dell’allenatore Angelo Lorenzetti alla sorella scomparsa. Triste sarà vedere partire di sicuro molti protagonisti: tornano in Brasile il fenomenale palleggiatore Bruno e il centrale Lucas, lascia Lorenzetti, l’aveva annunciato prima dei playoff e non ha cambiato idea.
Resta la stella-rapper Ngapeth, miglior schiacciatore al mondo, genio e sregolatezza che tra processi per risse e investimenti di passanti, ha costretto Lady Volley a raddoppiare gli sforzi e la pazienza per tenere unita la famiglia sportiva. Resta Modena, tornata dove merita, al fianco della Juve e dell’Olimpia. Oggi parte la corsa per non dover aspettare altri 14 anni.