di Angelo Costa
"Ne vedremo delle belle", è il ritornello che circola da giorni sulle tv del Giro. Sarebbe ora: fin qui, di bello si è visto poco. Lo dice anche la classifica: ai piedi delle montagne più severe, maglia rosa e primo inseguitore sono separati da appena tre secondi. E dire separati sembra perfino esagerato.
Tre giorni per fare il Giro: non bastassero i due tapponi fra Slovenia e Dolomiti, resterebbe la crono di Verona, 17 chilometri e spiccioli. Si comincia oggi con due salite vere, negli ultimi sessanta chilometri: la più cattiva è il Kolovrat, massiccio appena di là dal confine, legato a ricordi della prima guerra, poi su quella che sale al traguardo del Santuario di Castelmonte si può pagare dazio alla fatica. Non bastasse questo menu, c’è un sabato d’alta quota, con San Pellegrino e Pordoi prima dell’arrampicata sulla Marmolada. Al trio di scalatori che guida la corsa, a cominciar dal Landa più indietro dei rivali, dire se c’è terreno per giocarsi la corsa oppure rimandare l’esito alla crono.
Nella crono sperava ancora di dire la sua il quarto uomo, Joao Almeida. Come non detto: a spedire a casa il portoghese, sempre in difficoltà in salita e sempre bravo a restare agganciato alla triade che governa, è il Covid, secondo caso dopo quello di Caicedo. Confermato che questo Giro procede per sottrazione: come Dumoulin, Simon Yates e Bardet, anche Almeida non cede agli avversari, ma a un malanno.
In attesa di vederne delle belle, si assiste alla più classica delle beffe: la fuga partita da lontano soffia ai velocisti l’ultimo traguardo. A Treviso festeggia Dries De Bondt, trentenne scudiero belga di Van der Poel che allunga l’elenco di chi non aveva mai vinto in un grande giro. Allo sprint brucia il generosissimo Affini, Cort e Gabburo, gente di passo spedito con cui se n’era andato in avvio di tappa: ci aveva già provato a Reggio, qui gli va meglio. Delusi gli specialisti dello sprint, delusa anche l’ex maglia rosa, che festeggia la divisa bianca dei giovani ereditata da Almeida incassando tre minuti di ritardo.
Ordine d’arrivo 18ª tappa Borgo Valsugana-Treviso di 156 km: 1) Dries De Bondt (Bel, Alpecin) in 3h 21’21’’ (media 46,486), 2) Affini st, 3) Cort (Nor), 4) Gabburo, 5) Dainese a 14’’, 6) Demare (Fra) st.
Classifica: 1) Richard Carapaz (Ecu, Ineos) in 76h 41’ 15’’, 2) Hindley (Aus) a 3’’, 3) Landa (Spa) a 1’05’’. 4) Nibali a 5’48’’, 5) Bilbao (Spa) a 6’19’’, 6) Hirt (Cec) a 7’12’’, 7) Buchmann (Ger) a 7’13’’, 8) Pozzovivo a 12’30’’.