Venerdì 14 Marzo 2025
ANGELO COSTA
Sport

Tour al via, prove di fuga dal virus Chance Nizzolo per la prima ‘gialla’

di Angelo Costa

C’è il forte sospetto che il Tour in partenza oggi da Nizza possa subito tingersi di giallo per l’Italia: la tappa in linea con un colle da scalare due volte strizza l’occhio anche a Giacomo Nizzolo, l’azzurro del momento. Dopo il tricolore di domenica e la maglia stellata dell’Europa mercoledì, il lanciatissimo brianzolo ("Vivo su una nuvoletta, mi sta riuscendo tutto facile", dice) può completare l’opera: tre maglie in sei giorni renderebbero ancora più storico un periodo che lo è già di suo. Oltre a dar lustro alla ridotta spedizione italiana, sedici in tutto, con Aru ("Non mi aspetto nulla, se non di tornare nel vivo della corsa", le parole del sardo alla vigilia) e il veterano Pozzovivo a cercare un posto al sole fra i più bravi.

C’è il forte sospetto che questo Tour disegnato dalla cintola in giù della Francia possa riservare sorprese. Un po’ per via del Covid, che resta in agguato al di là delle precauzioni degli organizzatori, severissimi nelle regole: con due atleti positivi, va a casa tutta la squadra.

E un po’ per come è disegnato: tappe corte e tante salite, compresa l’unica crono di 36 chilometri. Si comincia già domani, con una frazione che darà subito una fisionomia vera alla classifica, scalando il Turinì caro ai rallysti e il col d’Eze, e si andrà avanti di questo passo.

Con un menu del genere, il Tour si apre a più di un pretendente. In pole resta l’ultimo vincitore Egan Bernal, anni 23, spalleggiato dal debuttante Carapaz, che nel 2019 ha invece conquistato il Giro, e senza la concorrenza interna di Froome e Thomas, giudicati non da corsa e dirottati sugli altri grandi giri.

A sfidare il colombiano c’è Primoz Roglic, il più attrezzato per montagne e cronometri, anche se malconcio per una recente caduta: lo aiuta Dumoulin, all’occorrenza pronto a diventare prima punta. Dietro tutti gli altri, dal redivivo Quintana al sempre piazzato Uran, da Landa finalmente leader al talentone sloveno Pogacar fino agli idoli di casa Bardet e Pinot, ai quali tocca l’ingrato compito di infrangere un tabù vecchio di 35 anni, perché a tanto risale l’ultima vittoria transalpina targata Hinault: in un anno così anomalo, ci sta persino che vinca un francese.