Sabato 22 Febbraio 2025
LEO TURRINI
Sport

Tom Brady e gli altri 40enni: generazione di fenomeni

Vince il settimo Super Bowl e a 43 anni è sempre decisivo. Da Valentino Rossi a Buffon e Ibra, quei campioni senza età che le suonano ancora ai giovani

Tom Brady con la famiglia festeggia la vittoria del Super Bowl (Ansa)

Pare che qualcuno lo abbia paragonato a Joe Biden, vedendolo incredibilmente conquistare il settimo Super Bowl di football americano. Il nuovo inquilino della Casa Bianca è il più anziano ad essere stato eletto presidente per la prima volta. Così come Tom Brady, a 43 anni, era ormai considerato buono per la rottamazione: e invece, alla faccia dei Patriots che lo avevano scaricato, il compagno della top model brasiliana Gisele Budchen ha trascinato la nuova squadra, i Tampa Bay Buccaneers, al trionfo nell’evento che inchioda gli States davanti alla televisione. Un prodigio a dispetto dell’età. O forse grazie all’età, perché no?

Ora, qui conviene dire che pure Mario Draghi potrebbe (via, solo anagraficamente, ci mancherebbe) essere il padre dei due Matteo, il Renzi e il Salvini, nonché di Giggino Di Maio. E astenendosi il cronista da qualunque impietoso giudizio, andiamo pure avanti: volere o volare, questo sembra essere non già un paese, ma addirittura un mondo per vecchi.

Prendiamo lo sport, giusto per stare in tema. Brady è un esempio e a suo modo una leggenda, persino per chi felicemente ignora le dinamiche del football americano. Lui fa il quarter back, cioè dirige il gioco, ispirando le progressioni e gli scatti di ragazzi venuti al mondo molto più tardi di lui.

Ma che dire di Zlatan Ibrahimovic, quarant’anni l’autunno prossimo, orgoglioso capolista in serie A con il Milan, fra una doppietta e un balletto in preparazione della comparsata al Festival di Sanremo? È un Fenomeno lui, come peraltro mai si stanca di ricordarci con i suoi imbarazzanti post sui social, o sono troppo scarsi gli eredi? È colpa dei giovani bamboccioni, come ebbe a dire Tommaso Padoa Schioppa, all’epoca ministro del Tesoro, o è merito dei veterani, dei vegliardi, degli Eroi che aspirano impunemente all’Eternita’? Per dirla con Totò: siamo uomini (maturi) o caporali (imberbi)? Siamo vincoli o sparpagliati?

Lo sport (ma non solo lo sport, come già detto e dimostrato) nel nuovo millennio diventa una vetrina perfetta per i Vecchi. È come se, a dispetto del virus crudele, la longevità di massa si traducesse in un elisir di giovinezza per chi non si stanca di inseguire traguardi.

Domanda: ma quanti anni ha Valentino Rossi?!? Vinceva già in moto quando a New York le Torri Gemelle stavano ancora in piedi e Bin Laden era un illustre sconosciuto. Ed è sempre lì, il Vale, in sella alla sua Yamaha. Non bastasse, tra poco in Formula Uno tornerà sulla griglia di partenza Fernando Alonso, che in questo 2021 entra a far parte dell’esercito degli Anta. Mentre il suo collega Kimi Raikkonen, ultimo campione del mondo al volante di una Ferrari (era il 2007, mica ieri l’altro, eh), continua a correre, con l’Alfa Romeo. E di primavere sulle spalle il finlandese ne ha addirittura 42.

Sicché, sempre lì torniamo. Bravi gli irriducibili (e mettiamoci pure Gigi Buffon, che va per i cinquanta e sempre insegue la Champions con la Juventus) o inadeguati i potenziali successori? E c’entra qualcosa, con questa clamorosa rivolta della Pantera Grigia, il progresso della medicina e della scienza? Boh. Facciamo l’INPS main sponsor della prossima Olimpiade, sempre pandemia permettendo, e non parliamone più.