di Paolo Franci
"Le norme della Fifa e della Uefa che sottopongono ad autorizzazione preventiva qualsiasi nuova competizione sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione". La conclusione pur non vincolante di Athanasios Rantos, avvocato generale della Corte Ue - e in attesa della sentenza definitiva che arriverà a marzo - sulla causa che la Superlega ha intentato a Uefa e Fifa per il presunto monopolio illegale sull’organizzazione delle competizioni internazionali sa tanto di de profundis per la stessa Superlega. Nel parere di Athanasios Rantos non c’è il divieto alla Superlega di creare un proprio torneo privato fuori dallo steccato Uefa-Fifa. C’è però, un ostacolo insuperabile e cioè nel caso in cui dovesse nascere un torneo ’esterno’ le squadre aderenti non potrebbero continuare a disputare le competizioni Uefa-Fifa. E non solo: Rantos propone alla Corte Ue di stabilire che le norme Ue non vietano alla Fifa, alla Uefa, alle loro federazioni o alle loro leghe nazionali di minacciare sanzioni nei confronti dei club affiliati qualora questi ultimi all’istituzione di una nuova competizione che rischierebbe di pregiudicare gli obiettivi legittimi perseguiti da tali federazioni di cui essi sono membri. In attesa della sentenza definitiva, l’Uefa "accoglie con grande favore" il parere dell’avvocato generale e certo a Nyon non dispiace l’ennesimo schiaffo al ’nemico’ Andrea Agnelli e ai suoi alleati che sognavano di cambiare il calcio con un torneo di elite e si ritrovano di fronte a un pare non vincolante, vero, ma certamente di peso. Probabilmente decisivo. Un anno davvero nero per Andrea Agnelli che si chiude con questa in verità imprevista bocciatura europea.
Alle notizie negative sul fronte Superlega ieri ha fatto da contraltare l’importante balzo in borsa fatto registrare dalle quotazioni del club. La Juventus infatti ha chiuso in volata a Piazza Affari (+7,2% a 0,28 euro), con il mercato che sembra credere ai rumor su un possibile delisting del club bianconero da parte di Exor. Agli attuali corsi l‘addio alla Borsa "costerebbe oltre 0,2 miliardi di euro" ma "non sarebbe rilevante" per Exor "trattandosi di meno dell‘1% del nav (valore degli asset al netto del debito, ndr)" della holding, rilevano gli analisti di Equita commentando le indiscrezioni riportate da Dagospia, secondo cui John Elkann starebbe pensando di sottrarre la Juve, travolta dallo scandalo sui conti, dai riflettori del mercato e della Consob.