di Mattia Todisco
Siamo al giallo delle ammissioni. "Ho firmato per il PSG", riportano i media slovacchi secondo quanto avrebbe affermato il capitano della loro nazionale, Milan Skriniar, che la stessa fascia al braccio ha nell’Inter ed è in procinto di sfilarla. Il ragazzo nega il virgolettato, la sostanza rimane. Il futuro è in Francia, prossimo o remoto dipende dal club parigino. Entro oggi si attende un’offerta da circa 20 milioni di euro, quelli necessari per smuovere Marotta e Ausilio dagli attuali propositi di tenere il centrale fino al termine della stagione e avere quindi più tempo (ma meno denari, trattandosi di un parametro zero) per lavorare sul sostituto. La squadra sa già che cosa è accaduto. La scelta è fatta, l’unica variabile è la tempistica. Si gioca sul filo delle ore, se non dei minuti.
Quei 20 milioni serviranno infatti per provare a strappare Tiago Djalò al Lille, in alternativa è spuntato il nome di Lindelof (si tenta il prestito, il Manchester United ragiona sul trasferimento a titolo definitivo). Tertium non datur? Mai dirlo in sede di mercato. Gli acquisti dell’ultimo giorno ci sono già stati in passato e a volte hanno anche prodotto dividendi. La stessa Inter pescò un Kovacic anni fa a poche ore da fine mercato di gennaio. Il problema, ora, diventa anche ambientale. La Curva Nord si è riservata il giudizio su Skriniar fino a quando non ci fosse stata la certezza della scelta. Adesso la decisione è presa, pubblica, ineluttabile. Martedì sera c’è un quarto di finale in gara unica contro l’Atalanta, dentro o fuori, nel quale sarà chiaro se quella posizione di neutralità verrà confermata oppure rotta, con un deciso cambio di atteggiamento. Skriniar, per di più, viene da una brutta gara con l’Empoli che gli è valsa un rosso e la squalifica per Cremona. Non sembra tranquillissimo, già da inizio stagione. Ha pagato in termini di prestazioni il tiramolla della passata estate, quando sembrava già ceduto al PSG salvo restare a Milano per l’inserimento della Juventus nella corsa a Bremer. Giocare al ribasso non ha fatto il gioco dei francesi a stretto giro di posta, ma sul lungo termine i colori della casacca cambieranno lo stesso. Ne esce male l’Inter, almeno per ora.
Non è impossibile che il sostituto si riveli migliore del predecessore, posto che ancora non se ne conoscono le generalità. Ad oggi bisogna attenersi ai fatti: si è puntato sulla volontà di rinnovare il contratto, si è creduto nella possibilità che Skriniar potesse essere il nuovo capitano della squadra. Lo è, oggi. Non lo sarà. E le casse, che già piangono, vedranno entrare una cifra molto inferiore al valore dello slovacco (nel migliore dei casi) o addirittura pari a zero. La settimana del derby parte con l’ambiente caldo. Ma alla stracittadina, con l’attualità che incombe, per ora si pensa il giusto. C’è un caso aperto. Poi l’Atalanta. Quindi il Milan. Potrebbero essere dei giorni chiave per l’intera stagione.