Miami, 1 aprile 2023 – "Vinci, io tifo per te". La rivalità tra Alcaraz e Sinner dura il tempo di tre set, poi si scioglie in un abbraccio. Dopo aver perso dall’italiano nella semifinale del Miami Open (6-7 6-4 6-2), il numero uno del mondo ha fatto i complimenti all’avversario. Non le solite formalità. Lo spagnolo si è spinto oltre, pronunciando parole che le telecamere hanno catturato riproponendole al mondo. “Vai amico, prenditi il titolo, faccio il tifo per te”, ha detto all’altoatesino, incitandolo in vista della finale contro Medvedev (domani alle 19, ora italiana).
Un endorsement che non si vede di frequente, almeno da parte da chi ha appena subito una batosta. Siamo molto oltre il fair play. Qualcuno si ricorderà di quanto raccontato da Agassi a proposito della semifinale persa nel 1995 a Wimbledon: in quell’occasione Boris Becker, che lo aveva appena battuto, si sarebbe rivolto all’americano con un "nessuno ti ama, fai parte di una elite, sei aiutato dai direttori dei tornei e non riesci a vincere con condizioni di vento". Altra storia.
Qui la parola rivalità va di pari passo con quelle di amicizia e rispetto. "Quando giochiamo io e Jannik sento qualcosa di diverso nel pubblico – ha ammesso stanotte Alcaraz –. Penso che la gente di tutto il mondo veda queste sfide fra di noi perché sono proprio belle da guardare. Siamo amici e brave persone, prima di tutto".
Merce rara nel tennis – con l’eccezione di Nadal e Federer (ma non fu amore da subito!) – dove l’individualità spesso fa rima con supponenza.
L’onestà e umiltà di Alcaraz sono fuori dal comune. Lo spagnolo avrebbe potuto attribuire la sconfitta ai crampi, accusati nel terzo set. Ma “non è quella la ragione – ammette – perché la difficoltà è durata solo il primo game. La verità è che Jannik è stato migliore di me”.
Sinner restituisce gli onori: “Sicuramente è una delle mie vittorie migliori – ha commentato a caldo, dopo aver portato a casa la sua seconda finale in un Masters 1000. – È stato un match molto duro, entrambi abbiamo giocato a un livello davvero alto”.