Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE SPORT

Rooney all’indietro, è l’ultima stella cadente

Il suo Derby County è l’ennesima nobile decaduta in C: destino comune a Kaiserslautern, Ipswich Town e Deportivo La Coruna

di Paolo Franci

Era il calcio degli eroi, delle imprese e dei calzettoni calati. Il calcio degli anni ’70 in cui un signore di nome Brian Clough, grazie alle idee e un gran talento nello scovare giocatori, riusciva a vincere campionati inglesi, titoli vari e due coppe dei campioni allenando club figli di un pallone minore. Lo fece, Sir Brian, con il Derby County, la squadra del cuore con la quale centrò due titoli inglesi e un paio di coppe.

E non gli bastò. perchè in quel calcio lì i sogni non erano solo desideri e potevano trasformarsi in tornado di trionfi. Clough, nel 1975 si trasferisce al Nottingham Forest - squadra rivale del Derby - dove vince tutto in terra inglese, prima di scolpire se stesso nella sacra pietra del pallone. Come? Vincendo due coppe dei Campioni di fila nel ’79 e ’80. Ah, c’è da dire che, per dimensioni, potremmo paragonare Derby e Nottingham a Verona e Udinese, più o meno.

Oggi, il Derby County che mise in fila gli squadroni inglesi è scivolato in terza divisione inglese, con Wayne Rooney in panchina e deciso a restare per architettare la rinascita. A condannarlo in anticipo, la sconfitta con il Queen’s Park Rangers, quei ’Mavericks’ ora in Championship (la serie B inglese) che nel 1976 contesero il titolo al Liverpool fino all’ultimo grazie al calcio totale di un visionario dell’epoca, Dave Sexton. Fu quest’ultimo, ai tempi in cui allenava il Chelsea, a spedire l’allora osservatore Blues Bobby Robson a osservare dei giovani dell’Ipswich Town. Era il 1969 e il colpo di fulmine tra Robson e i ’Tractors Boys’ del Suffolk porterà l’Ipswich a vincere una Fa Cup nel 1978 e, soprattutto, una Coppa Uefa nel 1981. Anni ruggenti in cui nessuno immagina che cinque anni dopo sarebbe arrivata la retrocessione e poi un tuffo nell’abisso, la franata nella League One, la Serie C inglese.

C’è una storica Coppa del Campioni che, per il nostro calcio e in particolare per i tifosi della Juve, è dolorosamente racchiusa nella definizione di un gesto irripetibile. E’ la "Coppa del gol di Magath" che riscrive l’adagio di Golia (l’Amburgo) e il Gigante (la Juve) in chiave pallonara. Era parabile per Zoff quella traiettoria assassina che nel 1983 decise la finale di Coppa Campioni? Se ne discute ancor oggi. Era l’Amburgo che consegnerà alla storia grandi nomi: Kaltz, Hrubesch e nel quale giocherà una leggenda, Kevin Keegan. Anni dopo, il declino, fino alla prima retrocessione (2019) in Zweite Liga, la ’B’ tedesca. In Germania, quella Est, ai tempi del muro di Berlino, dominavano Magdeburgo e Carl Zeiss Jena, quest’ultimo passato alla storia per una chiacchieratissima rimonta - "il dubbio venne doping..." dirà qualcuno - ai danni della Roma in Coppa Coppe all’alba degli anni 80. Oggi, galleggiano entrambe nella ’C’ tedesca. E il SuperDepor, il Deportivo La Coruna di Bebeto e Mauro Silva? Un miracolo di provincia che incantò tra gli anni ’90 e l nuovo secolo vincendo tutto in Spagna e mettendo in crisi. Un miracolo che oggi è in ’Segunda B’, la Serie C spagnola.