Martedì 5 Novembre 2024

Roglic è il re dei due mari Pogacar a Nizza

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Sloveni, vidi, vici. Di Giulio Cesare in bici, alle idi di marzo, ce ne sono due: Primoz Roglic, che conquista la sua seconda Tirreno-Adriatico, e Tadej Pogacar, che si prende la Parigi-Nizza. Era finita così anche un anno fa, a corse invertite: scambiando l’ordine degli sloveni, il risultato è lo stesso.

Guardando Roglic, che chiude la settimana fra i due mari con tre tappe vinte e altrettante maglie (leader, scalatori e punti), si ha l’impressione di un atleta più sorridente e simpatico, ma sempre spietato quando è a tiro di vittoria: avrà anche attorno uno squadrone, ma arrivando da sei mesi senza gare ci mette molto del suo. "E’ bello tornare alle corse così: mi aspettavo di soffrire di più, vincere quando non te lo aspetti è ancora meglio", filosofeggia l’ex saltatore con gli sci a San Benedetto sul Tronto, dove la prevista volata registra il bis di Jasper Philipsen su Groenewegen e il nostro Dainese, con altri tre italiani nei dieci (Consonni quinto davanti a Nizzolo, Colnaghi nono). Con questa botta di fiducia Roglic, dal nono podio tutto straniero nelle ultime dieci edizioni, alza la testa verso il Giro d’Italia, dove punta deciso all’albo d’oro.

Guardando Pogacar, che in Francia conferma la tendenza a vincere le corse affrontate per la prima volta, si ha sempre la sensazione di assistere a qualcosa di epocale: quando sul pianeta ciclismo scende un marziano, non resta che goderselo. Diverte e si diverte, come succede anche sul Col d’Eze, iconica salita alle spalle della Costa Azzurra: a 19 chilometri dal traguardo, il fenomenale bimbo saluta Gaudu e Vingegaard e s’invola verso il terzo centro in questa Parigi-Nizza, il nono in tredici giorni di gare. E’ il suo modo di intendere la bici, è anche la prova generale in vista del prossimo bersaglio, la Milano-Sanremo di sabato.

Angelo Costa