Giovedì 21 Novembre 2024
PAOLO GRILLI
Sport

Rimonta, derby e Pogba: è un’altra Juve

Tanti gol e spettacolo: la Signora mostra grande carattere e ribalta il Toro due volte in vantaggio, il Polpo rientra dopo 315 giorni

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di Paolo Grilli

Eccola la Juve dell’abbondanza, quella che sfinisce l’avversario dopo averlo illuso grazie a una qualità che poche altre possono vantare tra l’undici titolare e la panchina. I fantasmi che ogni derby richiama vengono scacciati non senza fatica e dopo parecchi rischi, ma Allegri può godersi il secondo posto “virtuale“ e ha la certezza di essere ora alla guida di una fuoriserie rimasta troppo tempo ai box. L’attesa iniziale era tutta per Pogba, ma Max tiene la star ancora in ghiaccio per più di un’ora e butta nel brivido del derby Barrenechea. Uno che aveva già assaggiato l’atmosfera della Champions per qualche minuto ma che in campionato, finora, non aveva mai giocato essendo una stellina della Juve Next Gen in serie C.

Il gaucho 21enne non sfigura affatto, ma certo non è facile esordire nel derby, per di più quando le cose si mettono subito in salita. L’inserimento del giovane argentino nell’undici iniziale sa di bocciatura quasi definitiva per Paredes, che alla vigilia sembrava dover essere il playmaker titolare vista la squalifica di Locatelli. Difficile credere che il neo campione del mondo rientri nei piani futuri della Continassa, sempre nell’ottica di contenere i costi. Il Toro è quello che ci si aspettava, tutto corsa e distanze ristrette per non lasciare respirare la Signora. E infatti, al di là del gol di Karamoh dopo nemmeno due minuti, i bianconeri faticano non poco a fare capolino nelle vicinanze dell’area granata. Serve un lampo di Cuadrado per il pari, poi Sanabria firma l’1-2 che gela il pubblico di casa.

Evidente l’incapacità di servire Vlahovic con una velocità dignitosa di manovra. Se Dusan deve attaccare da fermo, quasi disperso nella selva dei difensori avversari, diventa un giocatore ordinario e del tutto sostituibile. Solo nella ripresa ha avuto un’occasione degna di questo nome, sprecando tutto con quel tiro troppo alto da ottima posizione dopo il suggerimento d’autore di Fagioli.

Derby vero, dal ritmo scorbutico. Con il Toro che riesce a distendersi con maggiore facilità.

La Juve non è quella di Nantes. Allegri prova a vincerla mettendo Chiesa e il Polpo a poco più di venti minuti dalla fine, dopo il grande spavento arrivato con la traversa di Linetty. Pogba si sistema da mezz’ala sinistra con Rabiot che si abbassa in mezzo. L’iniezione di classe porta subito frutti: Fede si inventa assist man e l’ex di turno, Bremer, riscatta del tutto l’errore sul gol di Sanabria con un colpo di testa di rara potenza. Rabiot, nel finale, chiude una gara tutt’altro che scontata.

La risolvono soprattutto i difensori, insomma, e può andare anche bene così per Max, cui non si può imputare dopo una serata del genere di puntare all’1-0.

Il derby vinto è sempre uno shottino di fiducia. Ma i bianconeri navigano sempre a vista, con un occhio al campionato e uno a quello che potrebbe succedere fuori. L’Allianz Stadium applaude, in questi tempi incerti per il club la tifoseria sembra ricompattata.