di Paolo Franci
Non ci fosse stato quel primo tempo brutto, slegato, con un’architettura di gioco raramente così sbilenca, chissà come sarebbe finita. E invece quei due gol incassati, il primo da veri polli, inquadrano un dominio inglese che ha sfiorato anche il tris ma certamente figlio di un’Italia così poco Italia prima dell’intervallo. Poi l’impennata, il gol di Retegui che fa sperare per il futuro là davanti e un pari che poteva starci benone. Non perdevamo nelle ’quali’ per l’Europeo in casa da 24 anni, è successo ieri sera al Maradona.
C’è quel saluto a Gianluca Vialli che emoziona e strappa lacrime in tribuna e in mezzo al gruppo azzurro. Bella l’iniziativa della maglia della Nazionale con all’interno quel ricamo struggente: "Luca azzurro per sempre". Il Maradona è predisposto alla gioia e alla festa. Qua e là, in giro per la città e schiaffeggiando la scaramanzia, iniziano a comparire i primi affreschi azzurri, color Napoli, in vista di uno scudetto che non può più perdere la via. C’è però quest’Inghilterra chesprizza talento da tutte le parti, nonostante la figuraccia in Nations League - proprio per mano nostra - che li ha costretti alla retrocessione in Serie B. Si sa, la sfida con loro è diventata una grande classico del calcio mondiale e il fatto che di mezzo ci siano le qualficazioni al prossimo Europeo, rende tutto più piccante. Molto, molto piccante.
Mancini ha deciso di puntare sulla vecchia guardia a centrocampo, con una difesa di seconde linee - Bonucci acciaccato e Bastoni out - e la nuova speranza in zona gol, Mateo Retegui. Stupisce la scelta di Pellegrini sulla fascia, considerando il rendimento non brillantissimo con la Roma, ma è anche vero che di alternative non è che ce ne siano, Gnonto a parte ma tenuto in panca come piano B. La formazione azzurra è figlia dell’emergenza, ma anche di un dramma che si ripete e cioè che dietro a coloro che hanno vinto l’Europeo non fioriscono nuovi talenti. E se lo fanno giocano col contagocce nei club, come il talentissimo Pafundi nell’Udinese.
La partita inizia con un’Italia aggressiva che pare in palla. Ma ci vuole poco a capire che gli inglesi hanno più corsa, più gioco, più gamba. Bellingham è un talento pazzesco che sprigiona sè stesso in mezzo agli incerti difensori azzurri, creando panico e sfiorando il gol. Il vantaggio inglese però arriva su angolo dove Spinazzola lascia solo Kane, rimpallo e Rice in gol. L’Inghilterra domina, i nostri malissimo e diretta conseguenza nel raddoppio. Mani in area di Di Lorenzo, Var, rigore, Kane, gol. E meno male che Grealish si mangia il tris a porta vuota.
Ci si aspetta lo tsunami inglese nella ripresa e invece eccolo, Retegui. Verratti apre per Pellegrini, assist perfetto e Mateo non sbaglia. Da qui, l’Italia si impenna, Mancini la ridisegna con il 4-2-3-1 inserendo Cristante e Politano, poi Gnonto e Tonali e l’azione azzurra diventa un martello, in mezzo all’entusiasmo incontenibile del Maradona. A 10’ dal termine inglesi in apnea e in dieci per il secondo giallo a Shaw, ma la speranza di rimonta sbatte sul catenaccio british.