di Gianmarco Marchini
Ma è successo davvero? Se lo staranno ancora chiedendo, tanto i tifosi del Bologna come quelli del Milan, dandosi i pizzicotti in faccia. Partita pazzesca, anzi di più, assurda quella di ieri sera. In un Dall’Ara tornato a indossare il vestito vecchio ma sempre bellissimo della normalità, con i colori degli oltre ventiduemila spettatori sugli spalti, prende forma una gara straordinaria per emozioni e colpi di scena. Una partita su cui l’arbitro Valeri – vizio che spesso si concede – decide di mettere la sua firma, con una gestione dei cartellini irritante e quell’espulsione a Soumaoro che lascia tantissimi dubbi (Skorupski sembrava poter anticipare Krunic).
Ricondurre tutto all’arbitro però assolverebbe entrambe le squadre dalle loro colpe, più evidenti dei meriti. Una partita che per i rossoblù al ventesimo del primo tempo si era messa in salita come un Mortirolo da fare con una bici elettrica, senza batteria però. Uno a zero griffato Leao (con la deviazione di Medel) al 16’ con la difesa a farsi clamorosamente sorprendere da un lancio di Kjaer. Poi il rosso a Soumaoro quattro minuti dopo. Se pareva già dura rimontare lo svantaggio alla seconda della classe, figuriamoci farlo in un uomo in meno. E figuriamoci quando al 35’ il tabellone diceva già due a zero per il Diavolo, con Calabria a scaraventare un pallone dentro una porta lasciata vuota dall’ennesima uscita a vuoto di Skorupski. Sembrava finita. Scusate: era finita. E invece, forse ricordandosi anche la ferita di quella partita persa proprio qui e contro i rossoneri nel febbraio 2017 in doppia superiorità numerica (gol di Deulofeu nel recupero) il Bologna ha avuto la forza di riaprirla, con la complicità di un Milan che si è adagiato sul divano dei vantaggi. In tre minuti, tra il 4’ e il 7’ della ripresa, i rossoblù ribaltano tutto, per l’incredulità generale, di loro stessi per primi. Prima un calcio d’angolo di Barrow deviato nella propria porta da un irriconoscibile Ibrahimovic, poi una splendida azione che sull’asse Arnautovic-Soriano, mette Barrow davanti a Tatarusanu: piattone destro aperto e due a due clamoroso, col Dall’Ara pazzo di una gioia ormai insperata. Quarto gol di fila per il gambiano. Frastornato il Diavolo, che, infatti, accusa il colpo e sembra sull’orlo di crollare. Gli dà una mano a rialzarsi Soriano che con un’entrata killer su Ballo Tourè lascia i suoi in nove uomini (rosso di Valeri richiamato dal Var). Per il capitano è il secondo peccato stagionale, il primo fu con la Salernitana ma non compromise la rimonta poi diventata vittoria. Qui, invece, la rimonta resta solo strozzata nell’urlo dei ventiduemila all’occasionissima capitata nei piedi di Arnautovic al 33’ (murato da Tatarusanu). Pioli le prova tutte (dentro Giroud) e, alla fine, viene premiato dalla classe dei singoli: al 39’ il tiro di Bennacer è una rasoiata a fil di palo imprendibile. Poi al 45’ Ibrahimovic si ricorda di essere Ibrahimovic e la chiude con un destro su cui Skorupski ancora una volta non è impeccabile. Finita davvero stavolta. Il Milan vola per una notte in testa, davanti al Napoli. Il Bologna resta a dodici punti, ma portandosi dietro la convinzione di potersela giocare anche con le grandi. Meglio se in undici.