Il furto della medaglia d'oro vinta ai Mondiali, la difficile esperienza con il Manchester United, gli infortuni e la depressione. Paul Pogba si racconta senza veli alla stampa transalpina, rivelando aspetti inattesi della sua vita che ora rimbalzano sui media di tutto il mondo. Il centrocampista ex Juventus mostra il suo lato più umano, svestendo i panni del campione. Un campione mai del tutto compiuto, tecnicamente indiscutibile, ma sempre in sospeso tra successo e delusione.
Il male oscuro
"Il calcio è lo sport collettivo più individuale, siamo giudicati ogni tre giorni, dobbiamo essere bravi tutto il tempo, mentre abbiamo preoccupazioni come tutti gli altri, sia con i nostri compagni che con il nostro allenatore, nella vita di tutti i giorni. Inevitabilmente lo avverti nel corpo, nella testa, e puoi avere un mese, anche un anno, che non stai bene. Ma non si deve dire, in ogni caso non pubblicamente. È tutto nella testa, la mente controlla tutto e tutti i migliori atleti attraversano questi momenti, ma pochi ne parlano". Sono queste le parole inedite del "Polpo" a Le Figaro in cui confessa il suo disagio. "Vi faccio un esempio - dice il giocatore del Manchester United - Kylian Mbappé quando ha sbagliato il suo rigore contro la Svizzera. Nessuno ha pensato a lui dopo, mentre ha ricevuto tonnellate di critiche, cose brutte dette su di lui. Se non sei mentalmente corazzato, sei morto, in questo sport. Queste prove ti forgiano, ma non devi lasciarti andare". Poi alza il velo sulla depressione: "L'ho provata più volte nella mia carriera. L'ho conosciuta, ma non ne ho mai parlato. A volte non sai di essere depresso, vuoi solo isolarti, restare da solo, questi sono segni che non ingannano. E' iniziata quando ero con José Mourinho a Manchester. Ti fai domande, ti chiedi se hai colpe, perché non hai mai vissuto questi momenti nella tua vita"
Francia, casa mia
"Andiamo d'accordo, siamo tutti sul pezzo. Qui siamo una famiglia. La Francia è casa mia, anche se siamo tutti solo di passaggio in nazionale: abbiamo imparato dai nostri errori. Siamo rimasti disgustati dalla nostra eliminazione da Euro 2020. Vogliamo tornare ancora più forti e spero di essere lì per aiutare la squadra a vincere questo Mondiale. Siamo affamati, i più esperti vogliono ancora vincere titoli e anche i giocatori con meno esperienza in nazionale sono molto ambiziosi". Infine, il centrocampista francese, in scadenza di contratto con il Manchester United, parla anche di futuro, strizzando l'occhio al Psg: "Futuro in Francia? Perché no: è sempre bello giocare nel club con i compagni di nazionale. Il mio obiettivo è continuare a vincere".
La grigia Manchester
"Con i Bleus gioco nel mio ruolo, sento la fiducia dell'allenatore e dei compagni. Al Manchester è difficile dare il meglio quando si cambia spesso posizione e sistema di gioco. Spesso mi chiedo quale sia davvero il mio ruolo nei Red Devils", ha detto Pogba. "Non potrebbe essere altrimenti quando si cambia spesso ruolo, sistema di gioco e allenatore". Parole che risuoneranno nello spogliatoio dell'Old Trafford.
Il furto in casa
Paul ha poi rivelato che la medaglia del vincitore della Coppa del Mondo 2018 era tra gli oggetti rubati durante un recente furto con scasso a casa sua. Il nazionale francese ha parlato la scorsa settimana del "peggiore incubo" della sua famiglia dopo che la sua casa è stata violata mentre i suoi figli dormivano nella loro camera da letto. Il fatto è avvenuto martedì scorso mentre Pogba stava giocando la partita di Champions League dello United contro l'Atletico Madrid all'Old Trafford e i suoi figli erano affidati alla loro tata. Il francese 29enne ha detto che la sua famiglia è stata derubata del loro "senso di sicurezza". Il racconto all'Equipe: "C'erano gioielli di mia madre, la mia medaglia di campione del mondo. Quello che mi ha spaventato di più è stato che i miei due figli erano a casa con la tata durante questo incidente. Ha sentito tutto, ha chiamato mia moglie e la sicurezza, poi si è chiusa a chiave con i ragazzi in una stanza. Per diversi giorni è rimasta scioccata. La cosa principale è che i miei figli stanno bene".
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