Phillip Island (Australia), 27 ottobre 2019 - Voti a raccontare un Gp d'Australia che per forza deve spingersi oltre lo strapotere di Marquez. Così la scena principale se la prendono la Honda del team Cecchinello, Pramac-Ducati e una ritrovata Aprilia.
Marc Marquez, 9
Vince anche questa. E sono 11 gare nel 2019. Per lui applausi, come al solito. Superfluo aggiungere altro se non ricordare che il successo non è stato una passeggiata e ha lottato come un drago invece di sedersi (da campione del Mondo) e vedere gli altri battersi.
Cal Crutchlow, 8
Ok, la caduta di Vinales gli ha consegnato un gradino più alto rispetto a quello meritato sul campo. Ma il fatto stesso che sia stato sempre lassù, velocissimo, ricorda a tutti che Cal è un ottimo pilota. E se avesse avuto maggiore continuità…
Jack Miller, 8
Applausi e sorrisi per un terzo posto conquistato a casa sua, in Australia, e nel ‘suo’ Gp, quello marchiato Pramac. Jack è una delle cose più positive che il 2019 sta per consegnare all’almanacco stagionale e con lui anche la crescita esponenziale del team di Paolo Campinoti.
Francesco Bagnaia, 8
Bravo, molto bravo. Anche lui contribuisce a portare il team Pramac in alto e se non fosse stato per quei satanassi di Marquez e Crutchlow, Pecco sarebbe dovuto e potuto essere (con merito) sul podio. E’ un segnale importante quello del pilota. Soprattutto in ottima 2020.
Maverick Vinales, 7
Peccato per il botto nel finale, perché la gara di Vinales è stata un condensato di energia, grinta e voglia di vincere. Il duello con Marquez ha tenuto il Gp in bilico fino all’ultimo. Il ritiro forzato fa male, ma il messaggio alla Yamaha è chiaro: Maverick c’è.
Andrea Iannone, 7
Regala un bel sorriso all’Aprilia, anche perché il piazzamento finale non è frutto del caso o della sorte. Così, il salto dalle parti dei big è un qualcosa che fa bene e piacere. Andrea a corso con le motivazioni giuste e l’Aprilia ha davvero iniziato la strada del riscatto. Avanti tutta.
Valentino Rossi, 5,5
Lo sforzo di Vale è enorme. Sempre. I risultati rimangono quello che sono: poca cosa. La festa dei 400 Gp rimane viva, il traguardo di Rossi è unico, ma il voto è per quella mancanza di amalgama che ormai sembra essere diventata cronica fra il numero uno al mondo e la Yamaha.
Andrea Dovizioso, 5
Ormai la stagione sta per chiudere i battenti e l’Australia non era certo lo step giusto per ottenere qualcosa di importante per un (minimo) riscatto di un Mondiale finito di rincorsa dietro a un Marquez super. Dovi se la cavicchia ma non va oltre un posizione che proprio non dovrebbe essere la sua.
Danilo Petrucci, sv
Botto pauroso (e fa fuori anche Quartararo) e addio gara. Peccato perché Petrux su questa pista sarebbe potuto essere fra i protagonisti e avrebbe potuto tenere alta la bandiera della Ducati. Appuntamento in Malesia. Con uno sguardo, decisivo, sull’anno che verrà.