Da una parte Cristiano Ronaldo, un campione senza età (per nulla disposto ad abdicare nonostante sia all'alba delle 38 primavere), probabilmente il più pagato al mondo ma anche in odore di licenziamento dopo le durissime accuse nei confronti del Manchester United, club per cui è tesserato. Dall’altra Rafael Leao, uno dei migliori giovani talenti del panorama planetario, circondato da avvocati e procuratori e per nulla convinto di rinnovare il contratto col Milan, in scadenza nel 2024. In mezzo una maglia gloriosa come quella del Portogallo, un mondiale da giocare (giovedì è previsto il debutto dei lusitani contro il Ghana) magari da protagonisti, e un futuro da scrivere. Quello sì, avvolto da mille misteri e da un clamoroso intrigo di mercato che vede il Milan coinvolto, orchestrato da Jorge Mendes, potentissimo manager di entrambi (forse ora un po’ meno del calciatore rossonero) che sa bene come districarsi nelle situazioni più complesse.
Premessa fondamentale: nessuna vera trattativa è in corso, ma le voci e le indiscrezioni che circolano da alcuni giorni nei salotti (soprattutto televisivi) milanesi non sono frutto di fantasia. Perché contatti, telefonate, sondaggi ci sono stati. A titolo conoscitivo. E la suggestione di un clamoroso scenario per gennaio eccita non poco l’ambiente dei campioni d'Italia. Partiamo da Cristiano Ronaldo. È dalla scorsa estate che Jorge Mendes prova a piazzare in giro per l’Europa il suo ingombrante assistito che a Manchester ormai vive da separato in casa. C’erano stati abboccamenti con molte società partecipanti alla Champions, dal Napoli allo Sporting Lisbona, CR7 era stato proposto anche al Milan dopo aver rifiutato una montagna di soldi (350 milioni) dall’Arabia (Al Hilal). E aveva parlato anche con la Roma (però iscritta all’Europa League). Nulla da fare. Alla fine è rimasto (malvolentieri) dalle parti dell’Old Trafford, imprigionato anche per colpa del suo maxistipendio da 25 milioni a stagione fino al 2024. Ben presto pure i rapporti con Eric ten Hag sono diventati tesi, e così CR7 già all’alba del Mondiale si è rimesso sul mercato, lanciando messaggi un po’ ovunque: al Psg, all’Arsenal, al Chelsea, persino alla sua ex Juventus. Fino all’esplosiva intervista rilasciata pochi giorni fa a Piers Morgan che ha innescato la dura reazione del Manchester United il quale ha fatto subito sapere di aver "avviato le misure appropriate" (in altre parole, un licenziamento per giusta causa).
Nelle ultime ore, poi, il CR7 furioso ha voluto precisare che a proposito del tempismo dell’intervista riguardante lo United "le polemiche non mi toccano, parlo quando voglio, ho un giubbotto antiproiettile", sottolineando che "siamo qui per vincere il Mondiale, perché questa è la migliore generazione del calcio portoghese", Anche nella sua ultima conferenza stampa il campione è andato a ruota libera, mettendosi al centro dell'attenzione e mostrando muscoli ed egocentrismo, infischiandosene dell'accurata diplomazia che normalmente paluda le conferenze stampa. CR7 non è uno loquace ma quando lo fa non è riottoso. Così ha deciso di presentarsi davanti alla stampa portoghese per provare a smantellare, o magari a riaccendere, le polemiche che lo hanno travolto in questi giorni. "Vi chiedo solo di non domandare di me a chiunque, è anche una mancanza di rispetto verso i miei compagni". E ancora, rigorosamente in lingua madre, alternando arroganza e falsa umiltà, ma soprattutto sgombrando il campo dai dubbi sul suo stato di forma ("Sto benissimo") e sul suo umore: "Le polemiche non mi toccano e non toccheranno neanche la squadra. Siamo qui per vincere il Mondiale, perché questa è la migliore generazione del calcio portoghese. Voi giornalisti a volte scrivete verità a volte bugie, ma in Portogallo mi conoscono da quando avevo 11 anni, sanno chi sono e in cosa credo, non saranno influenzati da quello che gli altri dicono di me".
Quel che ha dato fastidio a CR7 è stato l'aver messo in dubbio i suoi rapporti con i compagni di squadra (e il loro ascendente verso di loro). "Con Bruno Fernandes stavamo solo giocando, abbiamo ottimi rapporti. Il suo aereo era in ritardo e gli ho chiesto: 'Sei venuto in barca?'. Stavo scherzando. Lo stesso con Cancelo. Era triste durante l'allenamento e gli ho detto: 'Svegliati, dai, ce la puoi fare persino tu'. Erano scherzi e li avete fatti diventare polemiche. A me non toccano, ma i miei compagni dovete lasciarli stare, invece di chiedergli continuamente di me. E comunque possiamo vincere, sì, ma se anche diventassi campione dei mondo continuerò a giocare. Sono molto ambizioso, se però mi diceste che non vincerò più tornei sarei comunque felice, visto tutto quello che ho vinto prima. Nei libri di storia ci sono già tutti gli altri miei record, ma ovviamente una Coppa del Mondo sullo scaffale non sarebbe male". Con una postilla finale cui non ha creduto nessuno: "Non lavoro per i titoli individuali, ma per quelli di squadra".
Parole che ovviamente alimentano ancor di più i dubbi sul suo futuro. Perché se è vero che dalla Spagna radiomercato fa sapere che, visto l’infortunio di Karin Benzema magari potrebbe farci un pensierino Florentino Perez e richiamare il suo pupillo (così come il Chelsea strizza l'occhio al portoghese) e se è vero che arabi e lega americana sono pronti a ricoprirlo d'oro, in realtà il "deus ex machina" Jorge Mendes ha un’altra idea pazzesca. Che s’intreccia con il futuro di Leao. L’attaccante rossonero aspetta di prendersi la scena con il Portogallo (sperando che proprio CR7 possa cambiare ruolo per fargli spazio) e per il momento la sua situazione contrattuale col Milan resta congelata: l’ultimo summit con Maldini e Massara ha lasciato in sospeso i discorsi per il rinnovo, nonostante un’apparente apertura di Leao. La complicata trattativa, che la dirigenza rossonera avrebbe voluto chiudere prima del Mondiale, potrebbe essere ripresa dopo Natale. Il condizionale è d’obbligo: perché l’ostacolo maggiore non è tanto l’ingaggio (a 7 milioni netti per quattro stagioni il Milan ci può arrivare) quanto la multa da 19 milioni che il calciatore deve pagare allo Sporting Lisbona da una parte e le ricchissime commissioni (oltre 20 milioni di euro) pretese da Jorge Mendes, dagli avvocati e dal papà del calciatore dall’altra. Una torta troppo succulenta che ingolosisce tutti. Insomma, un’operazione complessiva da circa 100 milioni di euro. Molti di più per eventuali ammiratori, che dovrebbero pagare al calciatore un quinquiennale da almeno 10 milioni a stagione.
Come sbrogliare la doppia matassa CR7-Leao? Ecco l’idea di Jorge Mendes messa sul tavolo: portare un’offerta da 100-120 milioni per Leao e in cambio chiedere al Milan di prendersi Cristiano Ronaldo per 6 mesi con un ingaggio "ridimensionato" (il portoghese non ha certo bisogno di soldi), circa 8 milioni. Un doppio colpo che sarebbe clamoroso anche se in apparenza difficilmente realizzabile: il Milan uno come CR7 lo prenderebbe di corsa, anche per 6 mesi, a costi sostenibili però... "Ipotesi suggestiva, ma impraticabile - confida chi conosce bene le dinamiche di Casa Milan -. Chi davvero potrebbe spendere subito, a gennaio, una cifra così importante per Leao? E pagare una commissione così elevata al suo procuratore?". Jorge Mendes però è al lavoro. Qualcosa deve accadere. Per adesso si sogna, a fine anno scopriremo la verità. In fondo un’operazione così geniale conviene a tutti.