Era un tabù, e quindi ha seguito il suo destino: è crollato. Per la prima volta nella storia il Brasile ha schierato un giocatore con la maglia numero 24 nel mondiale. La curiosità sembra statistica, in realtà nasconde molto di più, come capita a tutti i simboli. Perché in Brasile il numero 24 è associato all'omosessualità, che fino a non molti anni fa era considerata reato nel paese del Sudamerica, a proposito delle battaglie di queste settimane in Qatar....Nel caso della Seleçao il tabù era soprattutto culturale: la giustificazione storica del pregiudizio risale addirittura al diciannovesimo secolo, a un gioco di carte in cui la figura del cervo, animale che ha anche comportamenti omosessuali, è associata al numero 24, per un meccanismo ben noto anche a noi (vedi Smorfia napoletana per il lotto).
Il nome del cervo in portoghese è 'veado', che somiglia a 'viado'. E negli spogliatoi maschili sono sempre circolate battute sul numero 24, al punto che una volta raggiunta quell'età alcuni preferiscono dire di avere 23+1 anno.
In Qatar la numero 24 è capitata sulle spalle di Bremer, difensore della Juventus, che non ha fatto una piega: "L'importante è giocare il mondiale", ha detto. Il suo ingresso contro il Camerun ha decretato la fine del tabù e ha scatenato le manifestazioni di approvazione da parte delle associazioni LGBTQ+ brasiliane. Dopo 21 edizioni senza il numero 24, la seleçao ha sfatato il tabù. Con la complicità delle regole: le rose sono appena state allargate a 26 giocatori, con obbligo di numerazione da 1 a 26....