Modena, 2 giugno 2016 - Vincere e morire, attraversare un deserto lungo 14 anni e crollare subito dopo il traguardo? Forse non succederà, ma sotto la rete del volley c’è il rischio serio di veder ammainare anche l’ultima bandiera, l’unica che resiste da cinquant’anni.
Modena volley, l’erede della gloriosa Panini fondata nel 1966, da ieri ha una data di scadenza. Che non è un compleanno felice: «Se entro fine giugno non si presenteranno opportunità di ingresso di nuovi capitali, mi vedrò costretta a mettere in vendita i giocatori e a chiudere la società», ha annunciato la presidentessa e proprietaria Catia Pedrini, il giorno dopo aver perso lo sponsor Dhl.
Il paradosso è che Modena rischia di chiudere proprio nell’anno in cui ha centrato il triplete, vincendo lo scudetto dopo 14 anni di astinenza, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. Ma il tempo della gioia è stato troppo poco, bruciato subito dalla certezza di alcune partenze importantissime (l’allenatore Angelo Lorenzetti, il regista brasiliano Bruninho e il suo connazionale Lucas), dall’addio dello sponsor dopo una sola stagione e dal lancio di una campagna di azionariato popolare che nelle intenzioni voleva cavalcare l’onda dell’euforia, ma nei fatti l’ha smorzata sul nascere.
Di sicuro, nel volley moderno servono per stare ai vertici capitali sproporzionati agli effettivi ritorni: una squadra che fa la Champions League costa 3,5 milioni, almeno in una piazza esigente come Modena, dove non puoi tirare a campare. La Pedrini, moglie di un ex campione della Panini degli anni ‘70, Antonio Barone, questo lo sa benissimo. «La campagna di crowdfunding ha tutt’ora l’obiettivo di sensibilizzare e di elevare la nostra richiesta di aiuto. Continuerà fino al 9 luglio, se entro quella data non sarà raggiunto l’obiettivo fissato (1 milione di euro), tutte le donazioni verranno restituite». Siamo a 86mila euro raccolti, per la cronaca.
E' difficile immaginare il volley senza Modena, ma lo era anche farlo senza Parma, senza Treviso, senza Cuneo, solo per citare le ultime piazze famose scomparse e non ancora riapparse sotto rete. L’altro paradosso è che nel frattempo la società sta comunque allestendo una squadra: sono già stati bloccati l’alzatore Orduna, il centrale francese Le Roux, l’allenatore Piazza, l’altro centrale americano Holt, confermati il fuoriclasse Ngapeth, Petric e gli azzurri Vettori e Rossini. Lo sponsor che se ne è andato ha liberato la maglia, sulla quale aveva una sorta di esclusiva, quindi adesso sponsor più piccoli potranno convivere. Di sicuro, il tempo stringe.