Roma, 16 novembre 2018 - Giovanni Malagò contro il governo sulla riforma del Comitato olimpico. "Dalla mattina alla sera, con 4 righe nella finanziaria è stato ucciso il Coni". Già ieri il presidente aveva attaccato duramente: "Non è una riforma, ma un'occupazione" e ancora "Il fascismo aveva rispettato la nostra autonomia...".
E nel giorno in cui la rivoluzione proposta dall'esecutivo Lega-Cinquestelle arriva all'esame del Consiglio nazionale del Coni, il presidente del Comitato olimpico italiano ribadisce il suo grido di allarme. Per Malagò l'idea dell'esecutivo è quella di un Coni senza le vecchie funzioni e trasformato "in un'agenzia di viaggi che ogni due anni organizza le Olimpiadi".
"Questa non è una riforma dello sport italiano ma un discorso di occupazione del Coni. Oggi abbiamo senza ombra di dubbio il comitato più prestigioso al mondo, ma se la norma entra in vigore scenderemo all'ultimo posto: questo è sicuro, ve lo dico io che conosco bene la materia", ha rimarcato Malagò, da poche settimane eletto tra l'altro membro del Cio.
Il presidente del Coni svela quanto accaduto nelle ultime settimane: "Non sapevo nulla della riforma, per me è stata una sorpresa non piacevole e del tutto inattesa anche perchè ho rapporti quotidiani con questo governo sin dal primo momento".
"Toni troppo alti? Il documento ufficiale del mio mandato è tutt'altro che un atto fuori luogo. Da tutte le parti si è ribadito l'invito, la speranza e il diritto-dovere di andare al dialogo. Valutate voi se sono stati in proporzione meno o di più rispetto alla gravità del problema e dei fatti accaduti, peraltro non avvertiti e comunicati". "Immaginiamo che ti ritrovi completamente stravolto e snaturato in quello che sono le funzioni demandate dalla legge dalla mattina alla sera si fa fatica a trovare qualcuno che reagisca in maniera più educata e corretta di quanto è stato fatto. Sfido io: non c'è stata una parola che sia stata volgare. C'è un rispetto assoluto per le istituzioni".
Parole che hanno suscitato la reazione politica non solo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giorgetti, e di quello per i rapporti col Parlamento, Valente. "Guardi meno Istituto Luce e torni in sè", lo ha attaccato il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari.
Ma Malagò non arretra: "Giorgetti dice che il Coni non è solo Malago'? Ha ragione, ci mancherebbe che il Coni si identifichi con una persona. Il Coni è 105 anni di storia e un'eccellenza. Giorgetti ha perfettamente ragione". Poi ha continuato: "Il Coni ha semplicemente fatto quel che da statuto gli impone la legge dello Stato. Non mi fate fare polemica, noi vogliamo cercare di costruire qualcosa che eviti fratture che onestamente sono sotto gli occhi di tutti. In questo senso il mandato che mi è stato conferito dal Consiglio nazionale è clamorosamente ampio".