C’è la ragione. E c’è il sentimento. La prima induce al calcolo e alla freddezza nel preparare contrattacco e difesa sui diversi fronti della giustizia penale e sportiva. E poi c’è il secondo, da controllare per esprimere con stile e in modo misurato la rabbia per una sentenza che il nuovo ad Maurizio Scanavino definisce "ingiusta, iniqua" e frutto di una "giustizia federale che si comporta in modo sommario: quello che è capitato a noi può capitare a chiunque", Mai avrebbe immaginato, Scanavino, che la prima uscita nella tv del pallone sarebbe stata così drammaticamente legata ai guai del club che dovrà guidare nella tempesta. E prosegue: "Attendiamo le motivazioni, ma sicuramente faremo appello al Collegio di Garanzia del Coni per sostenere le nostre posizioni che sono solide, chiare, già accettate con successo nel percorso ordinario. E posso dire che ne abbiamo anche di ulteriori...".
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Sulla nomina di Francesco Calvo, nuovo football chief officer della Juve, Scanavino spiega ciò che era inevitabile all’ombra delle sentenze federali: "Cherubini, da direttore sportivo, sarà inibito da alcune attività, tra cui quelle di operare sul calciomercato. Abbiamo scelto Calvo come football chief officer. Stiamo scegliendo persone con grande esperienza e con una carriera immensa in multinazionali enormi. Con lui ci sarà anche Manna, direttore sportivo della next gen". Dopo le gravi minacce al presidente della Figc Gabriele Gravina e al pm del pallone Giuseppe Chinè, Scanavino prende le distanze "da quegli pseudotifosi che hanno usato parole violente contro Gravina e Chinè. Noi sosterremo con grande forza la nostra difesa, ma con rispetto e nei modi e nelle sedi opportune". E già, secondo l’ignobile aberrazione social - possibile che non si riesca a debellare l’impunità degli odiatori che picchiettano sulla tastiera dietro a falso nome? - minacce di morte, segnalate alle aoturità competenti, a Chinè, Gravina e pure alla sua compagna Francisca Ibarra, a causa di una fake news. Le è stata attribuita una falsa storia Instagram con il -15 e il logo della Juve. Provate a immaginare le reazioni.
A proposito di reazioni, c’è quella del tifo organizzato juventino, ferito nel profondo e animato da un sentimento di tradimento: "Questa volta è peggio del 2006. In quel caso eravamo veramente incolpevoli. Oggi no. Oggi paghiamo perché questi (...) hanno trattato la nostra Maglia come un oggetto senza anima". È quanto si legge in una presa di posizione congiunta di Drughi, Nab e Viking, tre gruppi della tifoseria organizzata della Juventus, in merito alla sentenza sul caso plusvalenze. "Una cosa - prosegue il testo - resta intatta: la placida riverenza delle nuove dirigenze, di allora come di oggi, che per ritagliarsi il loro spazio e guadagnare il più possibile accettavano la serie B, allo stesso modo in cui oggi sono pronti a far crollare le azioni per agevolare l’uscita dalla Borsa e vendere più facilmente la nostra Juve a qualche altro faccendiere".