di Doriano Rabotti
Manuel Lombardo è un judoka fuori, ma soprattutto dentro. Il campione Europeo e vicecampione del mondo sta percorrendo una strada nuova: dal tatami ai video su TikTok per spiegare l’essenza della sua disciplina, Lombardo è un atleta che porta una disciplina antica di secoli a mettere i piedi dentro il terzo millennio.
Lombardo, judo e TikTok sono diversi eppure simili: lunga preparazione per poter agire con velocità.
"In realtà è così in tutte le cose, ma io non sono un influencer, per loro è un lavoro. Certo per imparare la ’via della cedevolezza’, che è il significato di judo, serve tanto tempo".
Come si trova in questo ruolo di divulgatore?
"È una cosa nata per caso, ma ci siamo accorti che la trama del video aiuta molto. I soli dettagli tecnici non bastano, le scenette sì. Quando diventano virali fa piacere scoprire che in realtà il judo è uno degli sport più praticati soprattutto da giovani. Su Instagram arrivi a chi ti segue, su TikTok arrivi a tutti".
E’ un modo per rendere moderno uno sport secolare.
"Il judo sta cambiando anche il regolamento per diventare più televisivo, oggi è lontano da quello di una volta. È stato semplificato sia per rimuovere molte tecniche pericolose, sia per rendere gli incontri più dinamici e interessanti anche per i neofiti. Già da Londra 2012 non si possono più prendere le gambe, per non farlo somigliare troppo alla lotta libera, e i punteggi sono stati ridotti a due: il wazari, che vale mezzo ko, e l’ippon che fa vincere".
Lei si allena per l’Esercito, ma è stato convocato dal Paris Saint Germain.
"Non tutti sanno che pur trattandosi di uno sport individale, ci sono anche competizioni di squadra, solo che nessun club italiano si è mai qualificato per la Champions league. Io l’ho fatto come prestito, il Paris Saint Germain ha una sezione judo molto forte, con il più forte di sempre, Teddy Riner. Ho avuto la fortuna di essere contattato per i 73 kg, in tutto sono ammessi due prestiti per squadra nelle cinque categoria di peso. L’altro è l’uzbeko Bobonov che ha vinto il mondiale 90 kg. Abbiamo gareggiato a Gori, in Georgia. Ho vinto la mia gara, ma abbiamo perso come squadra".
Come si sente in questa veste insolita?
"Non facevo gare a squadre dal 2017 quando ancora ero junior, non sapevo neanche io che cosa aspettarmi. Il livello è altissimo, la Champions è riservata a squadre che hanno vinto l’Europa league, alla quale accede chi ha vinto il titolo nazionale. Ma nessuna squadra italiana ha mai vinto l’Europa League. In compenso Odette Giuffrida ha fatto la Champions l’anno scorso, in prestito al Galatasaray"
Facciamo un passo indietro: Tokyo 2021.
"E’ ancora una ferita aperta: come per tutte le gare quando vanno male, il riscatto avviene solo in una gara di ugual valore, quindi potrà esserci solo a Parigi, e non guarirà se non ci sarà una medaglia. Per me è cambiato tutto nel 2021, quando ho vinto l’Europeo, poi l’argento mondiale, ma a Tokyo ho perso la finale per il bronzo contro un coreano che avevo battuto. Questa delusone è il motore che mi spinge verso Parigi".
Al 2023 che cosa chiede?
"Vorrei vincere il mondiale, ora che sono nella categoria 73 kg e so che posso farcela".
A 24 anni Manuel Lombardo che uomo e che atleta è?
"Oggi sono più maturo rispetto a qualche anno fa, più sereno. Il quinquennio da Rio a Tokyo per me è stato difficile per un motivo al quale in pochi pensano".
Quale?
"Negli sport con categorie di peso e con processo di qualificazione più lunga, se cominci un ciclo agonistico a 17 anni, come nel mio caso, devi confrontarti anche con il corpo che cambia. Col passare degli anni diventa sempre più difficile rientrare nella categoria di peso, e aver posticipato di un anno i Giochi non mi ha aiutato né sul piano mentale né su quello fisico. Ora sono più sereno, anche perché il mio fisico si è stabilizzato".