di Angelo Costa
Al primo tappone vero di montagna, il Giro consegna una classifica segnata dalla crono fra i vigneti del Prosecco: come previsto, Joao Almeida ne esce ancor più solido in vetta, avendo fatto meglio di tutti i rivali. Gli resta vicino soltanto l’olandese Kelderman, fin qui il più invisibile degli inseguitori, gli altri precipitano lontano, con oltre due minuti da rimontare: profuma di verdetto definitivo, a meno che Nibali e compagnia non si inventino un miracolo. Primo tentativo già oggi, a Piancavallo, uno degli arrivi consacrati al nome di Pantani: meglio mettersi all’opera in fretta, perché di qui in avanti servirà un’impresa degna del compianto campione romagnolo per spodestare il pupo dal trono rosa.
Se è vero che la crono è lo specchio della salute, il responso è chiaro: stanno benone Almeida e Kelderman, due modi opposti di issarsi in cima al Giro, sta benissimo anche McNulty, americanino che con una prova extralarge si ripresenta nei quartieri alti. Termometro in discesa per la concorrenza, tendente al gelo per un Nibali non brillante e a tratti goffo: al contrario di quanto previsto dal suo entourage, convinto che avrebbe persino guadagnato, lo Squalo perde di brutto. Perde anche un compagno, Ciccone, fermato dalla bronchite: non è il sabato ideale per affacciarsi alla settimana chiave. E’ vero che il siculo ora troverà lo spartito prediletto, ammesso che il freddo non glielo stravolga, ma bisognerà che trovi anche la forza per stravolgere il Giro, come in carriera ha già fatto.
"I dati mi confortano, il bilancio lo faremo a Piancavallo", dice Nibali, ora distante dalla vetta due minuti e mezzo, una voragine. Anche perché Almeida, a forza di guadagnare da quando è in rosa, può affrontare le salitone con maggior sicurezza e meno angosce. E’ la celebre ricetta Indurain, difendersi in montagna dopo aver bastonato tutti nella crono. Al portoghese, tra l’altro, resta anche l’ultima tappa contro il tempo: in pratica, da qui in avanti corre col jolly in tasca.
A proposito di Indurain e di chi gli assomiglia: la crono delle bollicine, fra due muri di folla in mascherina, è la terza sinfonia di Filippo Ganna in questo Giro. Come ci si aspettava: viaggiando a 48 di media sulle colline venete, l’iridato di specialità resta un piano sopra gli altri, a cominciare dal compagno Dennis. E’ uno spettacolo per gli occhi, quasi uno spot alle Frecce Tricolori che si esibiranno stamattina, prima del via dalla loro base di Rivolto. Poi toccherà ad altri tentare di volare.