Venerdì 20 Dicembre 2024
PAOLO FRANCI
Sport

Gaffes, riforme e politica: addio Tavecchio

E’ morto a 79 anni l’ex presidente della Figc, vero innovatore ma passato alla storia per l’esclusione choc dal Mondiale 2018

di Paolo Franci

C’era un fanciullo pieno di entusiasmo, prigioniero nel corpo e nell’aspetto di un politico anni ’70. Che poi in fondo quello era, all’origine, Carlo Tavecchio. Un democristiano doc che poco più che trentenne tentava la scalata a quello che sarà il caldo rifugio di una vita, Ponte di Lambro. Li’ dove si svolgeranno i suoi funerali domani.

L’ex presidente della Lnd e della Figc dal 2014 al 2018 è scomparso ieri a 79 anni a causa di complicazioni per una polmonite. Sembrava - e per certi versi lo era - un uomo all’antica, ma è colui che aldilà di ruvidezze e gaffe tremende, ha portato il calcio nella nuova era, dando il via libera alla Var e alla Goal Line Technology. E non solo. incessante il suo lavoro per riformare il pallone. Vara il tetto alle rose con modalità inflessibili sul numero di italiani e provenienti dal settore giovanile. Prosegue con le nuove norme sul fair play finanziario, lancia i centri federali mentre prepara il grande colpo: la riduzione della Serie A a 18 squadre. Una riforma necessaria ma inattuabile, perchè superare la barriera issata dalla Lega di Serie A sarà il suo grande cruccio. Un’impresa impossibile che ancora oggi aleggia attorno al pallone senza successo.

Platini e l’Uefa. Sul fronte della politica internazionale Tavecchio si fa largo tra i big dell’Uefa tessendo relazioni e giocando in contropiede con chi lo sottovaluta e non considera la nostra federazione in grado di spostare gli equilibri. E invece. Quando, nel luglio del 2015, Michel Platini annuncia la sua candidatura per la presidenza Fifa, Tavecchio è il grande tessitore che lavorerà per una vittoria che pare certa. Tre mesi dopo però,Platini a seguito d’indagini della magistratura svizzera, viene sospeso per 90 giorni poiché accusato di avere illegalmente percepito due milioni di franchi svizzeri dall’allora presidente Sepp Blatter come compenso per consulenze. Un episodio che farà saltare in aria la candidatura di Le Roi. Sarà grande tessitore anche dell’elezione di Ceferin sulla poltrona Uefa e protagonista anche dell’elezione di Infantino alla Fifa.

Conte e Ventura. Sul fronte del pallone la Nazionale di Conte disputa un grande Europeo e anche qui Tavecchio porta innovazione tra contratto di immagine e intervento degli sponsor per pagare il ct. Pagà a carissimo prezzo, fino alle dimissioni, la scelta di mettere Ventura alla guida della Nazionale che mancherà il mondiale 2018.

Opti pobà e la lap dance. Quel modo di essere antico nel linguaggio e in sintonia con lo stile trash delle commedie anni ’80, lo frega più di una volta. Quando dice: "Opti Pobà che prima mangiava le banane, è venuto qua e adesso gioca titolare nella Lazio" vuole fare una battuta per rimarcare come agli extracomunitari avremmo dovuto chiedere il curriculum così come fanno in Premier, ma si becca non solo le polemiche sulla frase razzista, ma anche una squalifica di sei mesi. E’ in buona fede, si scusa, Tavecchio, ma non riesce a capire che il mondo è cambiato rispetto al linguaggio da cinepanettone Boldi-De Sica e certe uscite non sono più tollerabili. Nel 2017, altra gaffe: "Negli stadi non si deve solo giocare a calcio. Ci deve essere la farmacia, il cinema, la lap dance...", voleva accennare allo stadio multifunzionale, ma la "lap dance" diventa ovviamente un bersaglio. Esce poi un audio ’rubato’ che diventerà lo scandalo più famoso, quello in cui definisce Cesare Anticoli "ebreaccio" e, parlando degli omosessuali, dice: "Teneteli lontano da me io sono normalissimo" E poi, durante una chiacchierata tv volendo fare i complimenti alle calciatrici dice: "Finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio sulla resistenza, sul tempo, sull’espressione atletica. Invece abbiamo riscontrato che sono molto simili". Del calcio, Tavecchio aveva capito molto, quasi tutto. Non aveva però compreso come la comunicazione fosse divenuta il motore del mondo, mentre lui era intento a scalare i palazzi del pallone.