Giovedì 28 Novembre 2024
LEO TURRINI
Formula1

Alfa Romeo: il cinese Zhou, l'italiano Giovinazzi e l'intrigo internazionale

Una storia di corse che sembrerebbe quasi una barzelletta, se di mezzo non ci fossero esseri umani e interessi concreti

Il pilota Antonio Giovinazzi (Ansa)

Il pilota Antonio Giovinazzi (Ansa)

Roma, 16 novembre 2021 - Questa è una storia di corse che si trasforma in un intrigo internazionale. Sembrerebbe quasi una barzelletta, se di mezzo non ci fossero esseri umani ed interessi molto concreti. Insomma, immaginate un contesto che ha come protagonisti un cinese, un francese, uno svedese, uno svizzero, infine un italiano. L’italiano in questione si chiama Antonio Giovinazzi e ha il merito esclusivo di avere riportato il tricolore sulla griglia di partenza dei gran premi di Formula 1.

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Il giovanotto di origini pugliesi dispone di un talento non indifferente. Appartiene all’orbita Ferrari, è stato il driver di riserva della scuderia di Maranello. Insomma, è bravo. Proprio Antonio ha dato il suo entusiasmo alla causa dell’Alfa Romeo, marchio prestigioso rientrato, per volontà di Sergio Marchionne, sulle piste attraverso un accordo di sponsorizzazione con la squadra svizzera nota come Sauber. Attenzione, però: gli svizzeri hanno ceduto il controllo del team ad un gruppo svedese. E nel frattempo, i francesi della Peugeot hanno realizzato la fusione con Fiat Chrysler. Ora il mega gruppo si chiama Stellantis. I manager che comandano non stanno a Torino, sono parigini. E sono stati loro a confermare sì l’accordo di partnership tra il Biscione e la Sauber, contestualmente però riducendo l’ammontare dell’ investimento.

Risparmiando sull’esborso, Stellantis ha perso il diritto ad indicare uno dei due piloti della squadra. E così, sul palcoscenico di questo intrigo internazionale, improvvisamente è apparso il cinese. Si chiama Zhou, ha fatto buone cose nelle categorie minori, infine e soprattutto dispone di risorse economiche che fanno gola alla Alfa Romeo Sauber, già Svizzera ma oggi svedese di proprietà. L’epilogo era fatalmente scontato. Come lo stesso Giovinazzi ha malinconicamente ammesso, in Formula 1 il denaro conta più dei risultati. A lui, che in tre stagioni ha sempre retto il confronto con un veterano glorioso come Kimi Raikkonen, resterà la soddisfazione di aver sfiorato il podio con l’Alfa Romeo, il suo miglior piazzamento è un quinto posto. Avrà anche l’orgoglio di aver fatto sventolare il tricolore sulle piste dei gran premi. Dopo Trulli, Fisichella e Liuzzi, è stato Gio a riportare l’italianità dentro un abitacolo. Nessuno potrà mai dire che Giovinazzi è stato licenziato per scarso rendimento. È stato scaricato perché così va il mondo, in questo nuovo millennio. È una storiella istruttiva, non una barzelletta. Buona per chi continua a credere che nella vita, in ogni settore, dovrebbe contare il merito.