Roma, 4 dicembre 2022 - Ci sono attimi che raccontano una carriera, se non una vita. Nel caso nostro, la vita di Patrick Tambay, spentosi ieri a 73 anni, dopo una lunga e dolorosa battaglia contro il Parkinson. Era il 1983. Per la prima volta Imola ospitava il Gran Premio di Formula Uno senza Gilles. Il mitico Villeneuve era volato via in un triste pomeriggio a Zolder, dodici mesi prima. Ma aveva cominciato a morire proprio sul tracciato del Santerno, quando si era sentito tradito dal compagno di squadra in Rosso, il francese Pironi. Si disse che era stato proprio quest’ultimo, Didier, a suggerire Tambay come sostituto del compianto canadese. Patrick era un pilota veloce, elegante nei modi ma tosto di carattere. Non poteva eguagliare Villeneuve come carisma, ma gli orfani di Gilles lo scelsero subito come simbolo, come erede, come l’alfiere chiamato a risollevare la bandiera caduta. E fu proprio a Imola che Patrick fuse la sua identità con quanto restava del Mito. La gente lo aspettava, il francese guidava la stessa macchina, sulla griglia di partenza era stata tracciata una scritta. Salut, Gilles.
Formula1Addio a Patrick Tambay, il pilota veloce ed elegante. Il ricordo di Leo Turrini