Maranello, 14 febbraio 2023 - Ci farà innamorare? Eh, alla fine della fiera la Ferrari di San Valentino a questa domanda deve dare risposta. Ci farà innamorare? Tradotto: sarà vincente? Mai stilare profezie dopo aver buttato l’occhio su una macchina nuovo. Lo so per esperienza e lo scrivo con convinzione.
Questa SF23, subito portata in pista da Leclerc, ha un muso originale, un posteriore ristretto, fiancate che sono una evoluzione del modello 2022. Ma, fatalmente, l’auto è un mistero avvolto nell’enigma. Mi spiego: al di là delle forme, che pure sono intriganti, rimane interamente da scoprire la sostanza.
Le caratteristiche tecniche. Cosa è cambiato con la SF-23
Le geometrie originali dell’assetto permetteranno di sfruttare le gomme al meglio (vero punto di forza della demoniaca Red Bull)? Gli interventi sulla power unit garantiranno quella affidabilità che nel 2022 è paurosamente mancata? Lo scopriremo solo vivendo e correndo, ci mancherebbe.
Lo show della presentazione, introdotto dalle note dell’inno di Mameli, è stato “costruito” con eleganza. L’immagine è importante, nel millennio nuovo. Peccato solo per la ossessione…internazionalista: se la Ferrari è l’Italia nel mondo, non sarebbe male usare un po’ più spesso la lingua di Dante, eh.
Ma non si vince con i patriottismi da quattro palle e un soldo, dunque mi terrò la nostalgia per il dialetto di Enzo Ferrari. Del resto, i tifosi sul posto erano contenti: il messaggio della Rossa ha una suggestione eterna. Le facce della gente, qui a Fiorano, trasmettono una sensazione di cauta fiducia. Gli occhi di Carletto e Carlitos, al secolo Leclerc e Sainz, trasmettono speranza.
Ma sempre lì torniamo. Alla prova del budino. Devi mangiarlo, per capire se è buono. E per capire se e quanto sia buona la SF23 dobbiamo vederla correre, in mezzo alla Red Bull e alla Mercedes. Mica manca molto.