Le polemiche fanno parte, da sempre, del mondo della Formula 1. E una nuova polemica è scoppiata quest'oggi, quando il portale italiano di Motorsport.com, nel nome del suo direttore Franco Nugnes, ha scoperto e rivelato l'abrogazione della normativa tecnica TD39 da parte dei massimi vertici del Circus. Una novità che è entrata in vigore fin dall'inizio del campionato attualmente in corso, cominciato in quel del Bahrain a inizio marzo, ma che nessuno aveva finora reso pubblica, poiché confinata esclusivamente alle carte consegnate dalla FIA ai vari team. Una politica di riservatezza che appare decisamente esagerata, poiché va a intaccare una norma regolamentare che ha stravolto il Mondiale del 2022 e le performance di tantissime squadre, in primis di Red Bull e Ferrari che, a quel tempo, si stavano contendendo il titolo iridato piloti e quello costruttori.
La normativa Td39: cosa è?
Corrono i primi mesi del 2022, le monoposto di Formula 1 cominciano a percorrere i primi chilometri con le nuove direttive tecniche, e appassionati e tecnici scoprono le qualità e i difetti delle nuove vetture a effetto suolo. Mondo nuovo, vita nuova: le monoposto possono seguirsi maggiormente da vicino, le gare vedono un crescendo di sorpassi e azione in pista, i distacchi sono contenuti. Lo spettacolo vive un picco di emozioni per tutti i tifosi, ma sullo sfondo emergono i primi problemi. Alcune monoposto, in particolare le due Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, soffrono terribilmente di porpoising. Quest'ultima è stata, probabilmente, la parola più pronunciata nell'ambiente della Formula 1 nel corso della passata stagione. Le auto "saltellano" e "rimbalzano", fanno soffrire di mal di schiena alcuni piloti, che cominciano a patire tale condizione dal punto di vista fisico. A Baku, in Azerbaigian, arriva il momento della svolta: Hamilton, sette volte campione del mondo, esce indolenzito dalla sua W13. Movimenti lenti, mal di schiena evidente e tanti team radio, anche durante la corsa, nei quali il campione britannico si lamenta del porpoising insistente nel lunghissimo rettilineo del circuito cittadino azero. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso: Toto Wolff, team principal delle Frecce d'Argento, alza la voce e nelle interviste successive alla corsa invoca alla mancanza di sicurezza. In caso di incidente i piloti faticherebbero ad uscire velocemente dall'auto, oltre che lo stesso saltellamento rischierebbe di provocare gli incidenti stessi, poiché le monoposto sembrano perdere grip in ingresso di curva. La FIA si mette subito in moto e, nel giro di poche settimane, vara la famosa TD39 che spaccherà in due la stagione. Dal Gran Premio del Belgio, a Spa Francorschamps, le Ferrari perdono tantissima prestazione e le Red Bull diventano praticamente imbattibili. Le Rosse, già attardate in campionato, decidono di gettare la spugna definitivamente e concentrarsi sul 2023; le Mercedes, senza il problema del porpoising, ora nettamente diminuito se non quasi annullato, tornano a nuova vita e crescono nel finale della stagione. Le polemiche montano, a Maranello garantiscono che la mancanza di passo della F1-75 non è dovuta alla nuova regolamentazione tecnica, mentre a Milton Keynes si godono l'enorme vantaggio di prestazione e portano a casa i titoli mondiali piloti (con Max Verstappen) e quello costruttori. In tutto ciò, nessuno si sarebbe comunque potuto opporre alla TD39: essendo una regola introdotta in nome della sicurezza, non serve l'avvallo unanime di tutte le scuderie per essere approvata.
Nuovo anno, vecchia storia
Arriviamo ai tempi d'oggi, alla pura attualità. La Red Bull è ancora la squadra da battere, ma nessuno sembra in grado anche solo minimamente di potersi avvicinare a farlo. Max Verstappen e Sergio Perez dominano in Bahrain e chiudono al traguardo in questo ordine, mentre in Arabia Saudita, a Jeddah, completeranno un'altra doppietta ad ordine invertito, con il messicano davanti all'olandese. Il campione del mondo in carica, partito quindicesimo a causa di problemi di affidabilità patiti durante la fase Q2 delle qualifiche del sabato, è riuscito nonostante tutto a rimontare con relativa facilità e chiudere appena dietro al compagno di squadra. Una prova di forza e un dominio incontrastato, che mettono ora in dubbio i nuovi regolamenti, volti inizialmente a garantire maggiore spettacolo anche per la lotta al vertice. La nuova Ferrari SF23 non ha migliorato quelle che erano le performance della sua antenata, la F1-75, e la W14 della Mercedes si è rivelata un flop tanto quanto la W13. L'Aston Martin, prendendo spunto dalla filosofia Red Bull, ha fatto un enorme salto in avanti e, ad oggi, è seriamente candidata per essere la seconda forza in griglia nel lungo periodo. Ma la stagione, perlomeno per quanto riguarda la lotta al titolo, sembra fondamentalmente già conclusa.
L'abrogazione della Td39 e le sue conseguenze
La Federazione Internazionale ha fatto un mezzo passo indietro, riguardo la TD39. Mezzo, poiché non tutto quanto deciso la passata stagione per arginare il porpoising è stato smantellato. Lo staff di Nikolas Tombazis ha deciso di eliminare la metrica AOM, con la quale i commissari tecnici della FIA tenevano d'occhio e monitoravano le oscillazioni del telaio, fondamentali per eliminare il fenomeno del porpoising. Il tutto è stato deciso senza spiegazioni da parte della Federazione, che lo ha comunicato ai team prima dell'inizio della stagione e non ha divulgato la notizia al grande pubblico, né ai media specializzati. Secondo quanto scritto da Franco Nugnes, tale scelta potrebbe essere dovuta alle nuove regole aerodinamiche, che sarebbero sufficienti per mantenere sotto controllo il saltellamento delle monoposto. Queste riguardano il sollevamento del marciapiede del fondo di 15 millimetri e del gomito dove si alza il diffusore posteriore di 10 millimetri. La Ferrari, dunque, può tornare in corsa per il titolo? In realtà, non è proprio così. Le regolamentazioni relative alla flessione dello skid-block e sulla rigidezza del fondo restano, infatti, invariate. Dal punto di vista pratico, quindi, potrebbe cambiare davvero poco e niente: la Red Bull dovrebbe conservare il vantaggio di performance e tutte le altre saranno ancora costrette ad inseguire, nella speranza che il Mondiale 2023 non si trasformi in una corsa per il secondo posto nelle due classifiche iridate. Leggi anche: MotoGp, frattura e penalizzazione per Marquez