Martedì 24 Dicembre 2024
GABRIELE SINI
Formula1

F1, la FIA inasprisce le regole: no alle esultanze del muretto al traguardo

I meccanici e i membri dei team non potranno più arrampicarsi sulle reti metalliche allo sventolare della bandiera a scacchi

Sergio Perez (Ansa)

Melbourne (Australia), 30 marzo 2023 - La FIA cambia registro e irrigidisce ancora di più le regole. La Federazione Internazionale ha preso una decisione che farà storcere il naso agli appassionati di Formula 1, più per una questione di tradizione e passione, che per qualcosa di relativo allo sport e alla competizione in sé. I vertici del Circus hanno infatti proibito i festeggiamenti dei meccanici, o comunque dei membri dei team, sulle reti metalliche all'arrivo al traguardo del proprio pilota. Ormai sempre, siamo abituati ad assistere alle scene di giubilo con i meccanici che si arrampicano sulle recinzioni del muretto box per salutare il vincitore della corsa e condividere assieme a lui il passaggio finale sul trguardo, che determina la fine del Gran Premio. Dal Gran Premio d'Australia, che si svolgerà questo fine settimana a Melbourne, tutto ciò non accadrà più.

La rigidità di Wittich

Il Codice Sportivo Internazionale, in realtà, prevedeva già questa regola, che veniva sempre ignorata con buona pace dei vari direttori di gara, che negli anni hanno lasciato correre quella che è diventata ormai una tradizione consolidata. Le foto con i meccanici appesi alle reti, la monoposto vincitrice che taglia il traguardo e, magari, anche i fuochi d'artificio sullo sfondo sono diventate iconiche e una prassi, nel mondo della Formula 1. Niels Wittich, attuale direttore di gara del Circus, ha però voluto mettere fine a tutto questo, evidenziando proprio la famosa regola ignorata da tutti. L'articolo 2.3.2 dell'appendice H del Codice Sportivo della FIA recita così: "è vietato al personale dei team di arrampicarsi sulle recinzioni del muretto dei box in qualsiasi momento. Qualsiasi azione da parte di una squadra che violi questo divieto sarà segnalata ai commissari sportivi". Questo articolo è in vigore dal lontano 2006 e sottintende che la corsia dei box, ossia la pit lane, resti accessibile esclusivamente prima e dopo i Gran Premi, ma mai durante lo svolgimento. L'eccezione è rappresentata dai pochi autorizzati e dai meccanici, a cui è permesso solamente durante i lavori sulle monoposto. La maggiore rigidità, secondo la FIA, contribuirà ad aumentare la sicurezza della zona dei box, per tutti coloro che ci lavorano durante la manifestazione domenicale. In questo modo, dunque, si eviterà anche che eventuali oggetti possano cadere in pista durante i festeggiamenti e rendersi pericolosi per i piloti durante il passaggio delle vetture sul rettilineo finale, nell'ultima tornata della gara. Niente vieterà, però, a meccanici e membri dei team di affacciarsi tramite le intercapedini della rete di sicurezza, pur non arrampicandosi su di essa. La violazione di questa norma verrà immediatamente comunicata alla commissione di gara, che prenderà i relativi provvedimenti. Al momento è improbabile pensare che una eventuale violazione di questa regola possa portare a penalizzazioni gravi al punto da influire sul risultato finale del Gran Premio, ma anche solo una multa salata rischierebbe di creare qualche problema ai vari team, che devono sempre fare i conti con le restrizioni del budget cap. Tutte le multe e le sanzioni pecunarie accumulate durante la stagione, infatti, andranno a sommarsi alle uscite che le squadre effettuano per apportare sviluppi, aggiornamenti alla vettura, riparazioni e tutto ciò che ne concerne.

L'eccezione del circuito di Albert Park

Le scene viste in Arabia Saudita neanche due settimane fa, non saranno però replicabili a Melbourne, anche nel caso in cui la regola non fosse stata inasprita dagli avvertimenti di Niels Wittich. Se a Jeddah, infatti, sia i meccanici della Red Bull che quelli della Aston Martin si erano arrampicati per salutare Max Verstappen, Sergio Perez e Fernando Alonso - che avevano composto il trio che è salito sul podio -, sul circuito di Albert Park ciò sarà impossibile. Nella maggior parte dei circuiti FIA di Grado Uno, le recinzioni che rivestono il muretto dei box nel rettilineo di partenza e arrivo si sollevano verticalmente e poi si inclinano sulla pista; ciò è stato progettato appositamente per evitare che parti perse o allentate sulle monoposto si sollevino e volino oltre le reti di protezione, mettendo in pericolo l'incolumità di coloro che lavorano alle spalle di esse. Tutto ciò è identico sulla sponda opposta dei rettifili, ossia dove si trova la tribuna centrale da cui i tifosi assistono alla partenza al via del Gran Premio. In Australia, a Melbourne in particolare, la struttura è però leggermente differente. Anziché reti metalliche, ad Albert Park sono presenti dei pannelli di vetro molto spessi, che agevolano la visuale degli spettatori verso la corsia dei box e la pit lane, così da mostrare meglio ciò che avviene nel dietro le quinte durante i pit stop delle squadre. Non ci sono, dunque, punti di appoggio sui quali i meccanici o i membri dei team possono fare leva per arrampicarsi e salutare l'arrivo dei propri piloti al traguardo.

La regola sull'abbigliamento dello scorso anno

Niels Wittich e colleghi hanno messo mano parecchio al regolamento negli ultimi tempi, sempre in nome della sicurezza dei piloti, dei meccanici e di tutti coloro che lavorano in pista. Una delle regole introdotte la passata stagione, e che aveva smosso parecchie critiche, era stata quella dell'abbigliamento che i drivers sono oggi costretti ad indossare durante le sessioni. No a gioielli e piercing a bordo delle monoposto e no alla biancheria intima non conforme con quelle che sono le norme anti incendio varate dalla stessa FIA, molto rigide e all'avanguardia. L'incidente di Romain Grosjean, avvenuto in Bahrain nel 2020, ha senza dubbio condizionato il Circus, che da quel momento ha inasprito tutte queste piccole normative. Uno dei più critici riguardo questa regola relativa all'abbigliamento è stato Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo e pilota della Mercedes non voleva rinunciare, in particolare, ai suoi piercing. Durante il primo appuntamento stagionale era stato anche redarguito dalla direzione di gara, poiché la sua scuderia non aveva consegnato l'autodichiarazione nella quale confermava che il pilota britannico non avrebbe indossato gioielli o piercing. Il tutto è poi rientrato e la protesta portata avanti da Hamilton non ha sortito gli effetti da lui sperati. Leggi anche: GP Australia, Verstappen: "Perez mio unico rivale in pista"