Bologna, 13 marzo 2019 – Scatta domenica da Melbourne in Australia il campionato mondiale 2019 di Formula 1, che ha in calendario 21 appuntamenti. Vediamo nel dettaglio ogni circuito e le relative caratteristiche su cui i 20 bolidi si sfideranno tra sorpassi e controsorpassi per diventare campioni del mondo.
Formula 1 Gp Australia 2019, orari tv (diretta Sky e differita Tv8)
Australia 17 marzo – 5.303 metri su circuito cittadino, ormai la consueta tappa di apertura del Mondiale. Tracciato tortuoso con relative difficoltà di sorpasso, si può tentare alla staccata della 1 e alla staccata della 2, ovvero in fondo ai principali rettilinei. In generale è un tracciato abbastanza veloce dove le temperature incideranno sulle performance, così anche come le sconnessioni dell’asfalto.
Bahrain 31 marzo – 5.412 metri per il tracciato di Manama che al contrario di Albert Park presenta diverse possibilità di sorpasso grazie a importanti allunghi e staccate impegnative. Già alla prima si passa dai 330 orari agli 80. Rettilinei con possibilità di sorpasso anche verso la 2 e la 14, più difficile, ma in generale bisognerà tenere d’occhio il clima caldo e la sabbia in pista.
Cina 14 aprile – 5.451 metri a Shanghai in un circuito particolare per via della presenza di lunghi rettilinei, quello di arrivo e quello che porta alla penultima curva, entrambi favorevoli al sorpasso. Nel mezzo una serie di curve e contro curve da raccordare il meglio possibile dove il bilanciamento della monoposto farà la differenza. Serve carico aerodinamico ma anche potenza. Attenzione al degrado delle gomme anteriori.
Azerbaijan 28 aprile – 6.003 metri nel centro cittadino di Baku per un circuito stradale affascinante e con la retta d’arrivo che parte, sostanzialmente a farfalla piena, dalla curva 16 per un tratto totale di 2.2 chilometri. Alla staccata della 1 i sorpassi saranno tanti. Si può tentare col drs anche nell’allungo che porta alla 3, ma da lì in avanti classico circuito cittadino tortuoso fino alla 14. Ancora di più rispetto a Shanghai servirà carico per la parte mista e potenza per il rettilineo.
Spagna 12 maggio – 4.655 metri a Barcellona, circuito anche dei test invernali. E’ il classico tracciato che testa le auto su tutti i fronti: con il rettilineo principale per la potenza e i sorpassi, la parte centrale con curve a media velocità che testano la parte aerodinamica e il finale tortuoso in cui servirà buon carico generale. Possibilità di sorpasso in curva 1 e in curva 10.
Monaco 26 maggio – La classica di Montecarlo. Sul circuito cittadino monegasco i bolidi si sfideranno ad alta velocità e tra i muri letali per chi sbaglierà anche solo minimamente una traiettoria. In sostanza non si sorpassa, difficile anche dopo il tunnel, e chi in genere parte in pole ha un vantaggio consistente per la gara. Determinanti le strategie ai box, unica situazione in cui si può sorpassare un rivale.
Canada 9 giugno – 4.361 chilometri sul circuito Gilles Villeneuve a Montreal. Tracciato che piace ai piloti che si ritrovano a sfidare i muri ad alta velocità ma anche con possibilità di sorpasso in diversi punti. C’è la retta finale che porta alla prima chicane, il lungo rettilineo che dal tornantino porta all’ultima esse, quella dei campioni, e in generale una pista medio veloce in cui però il carico aerodinamico non sarà da sottovalutare.
Francia 23 giugno – 5.826 sul Paul Ricard del le Castellet, ritornato dal 2018 nel calendario di Formula 1. A farla da padrone sarà il rettilineo del Mistral, che per la Formula 1 è intervallato a metà da una chicane, ma la possibilità di sorpasso resta importante. Ci si può tentare anche sul rettilineo di partenza mentre nell’ultimo settore ci sono una serie di curvoni da raccordare che portano al tornantino della 15 che immette sul traguardo.
Austria 30 giugno – Sul circuito di Spielgerg, di casa Red Bull, i bolidi potranno essenzialmente mettere in mostra il massimo della loro potenza. Tre lunghi rettilinei intervallati da curve lente a novanta gradi, tutte possibilità di sorpasso sfruttando il motore e la capacità di frenare più tardi degli altri. Nel finale parte mista da raccordare, ma prevalentemente in Austria vince il motore migliore.
Formula 1, dieci aspettative per il 2019 (e percentuali di probabilità)
Gran Bretagna 14 luglio – Il circuito di Silverstone, rifatto, alterna allunghi intervallati da curvoni da raccordare con la massima precisione, famose Maggots, Becketts e Chapel, ma le possibilità di sorpasso non sono da sottovalutare. Difficile in fondo al primo rettilineo, ma arrivando alla staccata della 3 qualcosa può succedere. Anche l’allungo che porta alla 6 può favorire i temerari, l’anno scorso Vettel su Bottas, così come l’allungo che porta alla Stowe, dove Schumi si fratturò la gamba. Serve un perfetto mix tra telaio e potenza.
Germania 28 luglio – 4.574 metri ad Hockenheim dove non ci sono più i rettlinei di una volta, ma l’allungo centrale che porta al tornantino della 6 è la zona principale dove tentare sorpassi. E’ in generale un circuito veloce con un paio di staccate dure ma che in generale predilige la velocità e la stabilità delle monoposto in curva, soprattutto nella zona del Motordrome finale dove invece verrà esaltato il carico aerodinamico.
Ungheria 4 agosto – Uno dei tracciati più tortuosi del Mondiale, con due punti di sorpasso fissati alla fine del primo rettilineo e alla curva 2, da lì in avanti curvoni da raccordare con una chicane lenta a metà circuito prima di ritornare nella zona mista che porta verso il traguardo. Servirà massima scorrevolezza in curva, sfruttando la potenza dei motori nel rettilineo principale. Difficile sorpassare.
Belgio 1 settembre – Probabilmente a Spa c’è l’università della Formula 1. Tracciato vecchio stampo, lungo 7 chilometri, con curve e controcurve che fanno emergere di più le abilità dei piloti rispetto alla competitività dei mezzi. Il motore verrà esaltato nel lungo tratto finale a farfalla piena fino alla chicane che immette sul traguardo e ovviamente nel tratto di Eau Rouge e Redillon fino alla staccata della curva 7. Il più bel circuito del Mondiale.
Italia 8 settembre – A Monza c’è il classico circuito in cui la potenza dei motori la farà da padrone, ma sarà necessario trovare il giusto mix tra potenza e carico considerando le diverse curve lente che alternano gli allunghi più importanti. La prima chicane ad esempio, ma anche quella della Roggia che porta verso le Lesmo. Fondamentale l’uscita dalla parabolica per crearsi una opportunità di sorpasso sul rettlineo.
Singapore 22 settembre – Altro circuito cittadino, stretto e tortuoso a Singapore con una lunghezza di 5.063 metri, affascinante più per il contorno e la corsa in notturna che per vere e reali possibilità di sorpasso. L’unica è probabilmente solo in fondo all’allungo che porta verso curva 7 dove si può utilizzare il drs. Le monoposto con il miglior telaio qui sono decisamente avvantaggiate.
Russia 29 settembre – 5.848 metri a Sochi su un circuito che presenta una prima parte veloce con ampie curve e una fase finale mista e più lenta fino al lungo rettilineo finale verso la prima staccata che rappresenta forse la vera unica possibilità di sorpasso. Il motore è fondamentale in partenza per guadagnare posizioni sfruttando l’allungo verso curva 1 e in generale per sorpassare sul rettilineo principale.
Giappone 13 ottobre – A Suzuka, 5.807 metri, il classico circuito a ‘8’ del Mondiale. In Giappone il motore conterà di meno, la telaistica molto di più considerando gli ampi curvoni da raccordare nella parte iniziale e in quella centrale. Affascinante la Spoon curve che immette nel rettilineo a farfalla piena verso l’ultima chicane, famosa per il contatto Senna-Prost. Poche possibilità di sorpasso se non appunto nell’ultima esse.
Messico 27 ottobre – 4.304 metri per il circuito Rodriguez rientrato da poco nel Mondiale Formula 1. Fondamentali i primi due rettlinei, quello che porta alla 1 e quello che porta alla 4, due possibilità di sorpasso in un tracciato che nella seconda parte diventa misto fino all’affascinante entrata nello stadio murato di pubblico con il tornantino della 13. L’uscita dall’ultima curva è fondamentale per crearsi una possibilità di sorpasso sull’allungo del traguardo.
Stati Uniti 3 novembre – 5.513 metri a Austin per un tracciato che piace molto ai piloti per una serie di curve da raccordare ad alta velocità che fanno del ritmo la caratteristica principale del gp degli Stati Uniti. Due rettilinei importanti, quello del traguardo che porta alla staccata in salita della 1 e soprattutto quello che porta alla staccata della 12. Fondamentale in questo caso l’uscita dal tornantino della 11.
Brasile 17 novembre – Una classica sul circuito di Interlagos che una volta chiudeva il Mondiale, ricordarsi la vittoria di Raikkonen nel 2007 e quella dell’anno successivo di Hamilton, e che presenta diverse incognite. A partire dal meteo, spesso col rischio pioggia, e l’asfalto, non sempre in perfette condizioni. Allungo principale quello che porta verso il traguardo e la chicane della 1, ma anche verso la Descida do Lago. La parte centrale è fatta di tornantini e curve da raccordare fino all’imbocco della Juncao che immette nella salita verso il traguardo.
Abu Dhabi 1 dicembre – Ultimo atto del Mondiale in notturna ad Abu Dhabi, dove Alonso bloccato da Petrov ci perse un Mondiale. Ma non c’era il Drs e sulle due principali rette la potenza del motore può consentire sorpassi. Serve un bel mix potenza-telaio soprattutto nella parte mista finale che porta verso la doppia destra che immette sul traguardo. Bilanciamento e scorrevolezza alla base del successo.