Mercoledì 13 Novembre 2024
LEO TURRINI
Sport

Formula E a Roma, le supercar sfrecciano in silenzio

Sabato il debutto a Roma. In gara solo un italiano: guida una monoposto cinese

Formula E a Roma (da Qn)

Formula E a Roma (da Qn)

Roma, 10 aprile 2018 - Forse è vero che il futuro abita già qui. Forse è vero che nel giro di vent’anni tutte le nostre automobili saranno spinte da motori silenziosi, ecologici, rispettosi delle esigenze ambientali. Dovesse davvero andare così, allora la Formula E, dove corrono le versioni elettriche delle monoposto da Gran Premio come la Ferrari di Seb Vettel, rappresenterebbe il prologo di un avvenire che sta dietro l’angolo. La Formula E fa il suo debutto in Italia sabato prossimo, 14 aprile, nella Roma del sindaco grillino Virginia Raggi. Ecco cosa è indispensabile sapere sull’evento.

Il silenzio. Le gare sono autentiche. Combattute. Tutte disputate nel cuore delle città. Niente autodromi permanenti, per capirci. Ma la rivoluzione anzitutto è... sonora. Fine del rombo, addio al boato fragoroso di un dodici cilindri o di un turbo. Si corre nel silenzio, queste vetture emettono un ronzio, una specie di sibilo da calabrone e gli altoparlanti sparano musica rock per... consolare i nostalgici. L’effetto è straniante, ma anche affascinante.

Le macchine. Sono monoposto. Esteticamente bellissime da vedere. Per regolamento, i telai sono uguali per tutti e li confeziona una prestigiosa azienda italiana, l’emiliana Dallara. Alle batterie provvede invece un marchio famoso della Formula 1, la britannica Williams. L’autonomia è di mezz’ora e infatti dopo trenta minuti i piloti debbono cambiare macchina, letteralmente. Ai costruttori che partecipano al campionato, spetta il compito di realizzare il motore elettrico, il software per la gestione, il cambio e la sospensione posteriore.

I big. Filosoficamente, l’idea di una competizione riservata ad auto elettriche, capaci di raggiungere anche 230 km/h, risponde a una domanda inevitabile. Potranno coesistere la mobilità ecocompatibile e le corse?  Per scoprirlo, alla formula elettrica si sono già avvicinati marchi famosi come Audi, Bmw, Jaguar, Citroen, la cinese Mahindra. Nel 2019 si schiereranno al via anche Mercedes e Porsche. Dalla Cina è già arrivata la Nio, versione del Dragone della mitica Tesla: con Nio gareggia l’unico pilota italiano iscritto al mondiale, il piemontese Luca Filippi.

E Maserati... In tutto questo, Sergio Marchionne osserva e medita. Il presidente della Ferrari, a lungo perplesso sull’elettrificazione dei mezzi da trasporto, ha ammesso di avere allo studio progetti innovativi, a Maranello per le Rosse e non solo. Marchionne ha anche timidamente accennato alla possibilità di lanciare il marchio Maserati sul fronte delle corse elettriche, ma ancora non ha preso impegni in tal senso, sebbene fortissima sia la sollecitazione del manager spagnolo Agag, il genero dell’ex premier Aznar. Per favorire l’impegno del gruppo Fiat nella Formula E, al citato Agag piaceva il progetto di allestire una gara sulla strada di Modena, a casa di Enzo Ferrari. Aveva anche chiesto un incontro al sindaco del capoluogo geminiano Muzzarelli. Non se ne è fatto niente perché la suggestione della piazza di Roma era troppo forte. Ma se ne riparlerà.