Italo
Cucci
Secondo i nemici. A onor del vero, a ridiventare papà ha tempo sette mesi mentre la qualifica al Mondiale del Qatar se la giocherà a primavera. Ma per me, ricco di fissazioni, resta il miglior giocatore di calcio in circolazione. Quello che oggi riempie di ‘meme’ ridanciani i social, uno dei quali suggerito da un’idea azzurra dell’ultimora: “Figc avvia pratiche per naturalizzazione di Cristiano Ronaldo. Scoperti bisnonni del comune di Bugliano” . Il vero… ricercato è João Pedro Geraldino dos Santos Galvão, dal territorio di Minas Gerais che ha dato i natali a Pelé e in sottordine anche al milanista Messias appena rivelato in Champions; ma quel che conta Joao - apprezzato giocatore del Cagliari - è marito di Alessandra, una siciliana che gli darebbe diritto ad essere… nazionalizzato. Ma torniamo - l’ho sullo stomaco, in senso buono - a CR7. A colui che fece salire alle stelle la quotazione della Juve in borsa, che cacciato da Torino ne ha causato il crollo e l’ha ridotta a prender botte casalinghe dall’Empoli e un’umiliazione dal Chelsea. Tutto questo, detto per prepararci spiritualmente all’eventuale finale di playoff col Portogallo (un fado risuona sullo sfondo) mentre non ci rallegra neanche la sottovalutata Turchia. Il solo citarla mi fa venire in mente che Roberto Mancini invece di pensare a Joao Pedro farà una telefonata a Balotelli, attualmente colonna turca all’Adana Demirspor. E la Macedonia del Nord? Se date retta a Pandev - uno dei migliori professionisti che ho incontrato - vi spiegherà come ha fatto la sua modesta nazionale ad arrivare ai playoff. Loro modestia e lavoro, noi seduti sugli allori. E ora spaventati all’idea di giocarci la qualificazione a Lisbona o a Istanbul. Ora sento invocare Joao Pedro. Ho già segnalato a Mancini - prima di tutti - tale Lorenzo Lucca, un Nueve vero, un millennial alto 2.03, di Palermo, oggi torre del Pisa.