di Mattia Todisco
C’è una congrega di campioni che si gioca l’Europa. È un sabato caldo, con possibili verdetti in arrivo. Inizia la Francia alle 15, proseguono Portogallo e Germania in una gara già da spalle al muro per i tedeschi (alle 18). Chiude la Spagna, che ha esordito con un pari e affronta la Polonia a cui è andata anche peggio, vista la sconfitta patita dalla Slovacchia all’esordio. È una giornata che può cambiare gli equilibri sotto tanti aspetti, di squadra e personali per chi aspira ai titoli individuali di fine anno. Una competizione come l’Europeo pesa, nelle opinioni delle giurie.
La Francia ha messo il primo mattone e lavora per il secondo. Difficile ipotizzare che la piccola Ungheria possa fermare una corazzata come quella transalpina. I campioni del mondo hanno appena battuto la Germania fornendo impressioni ben più positive dello striminzito 1-0 finale. Nel Paese dei Balocchi di Didier Deschamps c’è solo abbondanza, in ogni reparto, persino guardando a chi è rimasto a casa per imposti limiti di rosa. Mbappé, Griezmann, Benzema, Pogba, Kanté, Varane. Sembra Fantacalcio, invece è la nazionale francese, quella che ha scalzato proprio i tedeschi dalla vetta del mondo conquistata nel 2014. La Germania è all’ultimo ballo di Joachim Low, prima dell’arrivo di Flick. L’obiettivo è non chiudere un’era di grandi soddisfazioni in maniera ingloriosa. Sarebbe una sorpresa, potendo contare sul blocco del Bayern Monaco, oltre che su Gundogan, Havertz, Werner. Ma nel girone di ferro in cui c’è anche il Portogallo è possibile lo "zero" dopo due partite. In fondo il mazzo da cui può attingere il ct lusitano Fernando Santos non è proprio da proverbiali fichi secchi con cui dover fare le nozze. Basterebbe Ronaldo, pur con i suoi 36 anni. Al suo fianco ci sono "guardiolisti" come Ruben Dias e Bernardo Silva, l’esperienza di Pepe. Manca Cancelo, appiedato dal Covid.
L’ultimo piatto della giornata è Spagna-Polonia, ad oggi terza e quarta del gruppo B. In campo due bomber in cerca della miglior forma, Morata e Lewandowski, attorniati entrambi da un complesso in cerca di amalgama. Finora né Luis Enrique, né Paulo Sousa hanno avuto le risposte che cercavano. Il tempo per recuperare c’è, ma bisogna iniziare a carburare.