di Mattia Todisco
Il pareggio dell’Inter in casa della Roma ha un duplice effetto: i nerazzurri sono matematicamente in Champions, ma saranno più lontani dal sogno scudetto in caso di vittoria odierna della Juventus. "Stiamo parlando di una squadra che sta facendo ottime cose, al di là del secondo posto bisogna andare a vedere reti segnate e subite, il fatto di essere in Champions con 14 punti in più della Roma che aveva il nostro stesso obiettivo. Serve lavorare, serve avere l’abitudine a giocare determinate partite, cosa che negli ultimi dieci anni si è un po’ persa all’Inter. L’abitudine alla pressione non la inventi da un giorno all’altro. Deve crescere il livello dei calciatori, possibilmente si deve migliorare la situazione".
Poi Conte apre la polemica sui calendari. "A questi ragazzi posso dire zero perché la prova è stata positiva contro un avversario in ottima salute e sta passando un po’ inosservato il fatto che il calendario dell’Inter è folle, fatto per metterci in difficoltà. Tutte le avversarie hanno sempre avuto un giorno in più di riposo, giochiamo sempre alle 21.45. C’è un’anomalia: andate a vedere nell’ultimo turno di campionato cosa accade. Si vede che quando è stato scelto il calendario non eravamo presenti. Noi adesso rientriamo alle 4 del mattino, faremo defaticante e poi prepareremo Inter-Fiorentina il martedì, stavolta con gli stessi giorni di recupero per cui non c’è problema. Ci saranno stati dei compromessi, ma alla fine se deve girare uno schiaffo lo prende l’Inter. È stato in passato così ed è così anche ora".
Polemica che continua, pur in toni minori, anche sulla prestazione arbitrale. "Sul gol di Spinazzola il giocatore della Roma non prende la palla e prende il calcagno di Lautaro, ma io per gli arbitri ho massimo rispetto perché stanno vivendo una situazione anomala. Non mi voglio attaccare a situazioni che non sarebbero giuste. Non lo meritano. Possono sbagliare anche loro, così come ha sbagliato Di Bello. È chiaro che andando all’intervallo sullo 0-1 saresti rientrato in campo con un altro spirito e non così arrabbiato per una situazione ingiusta".
L’analisi della gara in casa nerazzurra è affidata non solo al tecnico, ma anche a Stefan De Vrij, autore della rete del momentaneo vantaggio ospite nel primo tempo e di un disperato tentativo difensivo (vano) in occasione del contestato 1-1. "Siamo venuti qui per mettere pressione alla Juventus facendo tre punti, per cui ci dispiace. Eravamo in vantaggio dopo un quarto d’ora, non è la stessa cosa di un pareggio subito all’ultimo minuto. Abbiamo dimostrato carattere tornando in partita e pareggiando, rischiando anche di vincerla", le parole dell’olandese.
Altra partita è quella del mercato. La prima oerazione da chiudere nell’agenda di Giuseppe Marotta, la più urgente per ragioni di tempo, è quella riguardante Alexis Sanchez. Dopo il 5 agosto, data di Inter-Getafe, la punta ad oggi non è più nella disponibilità dei nerazzurri. C’è una trattativa in ballo con il Manchester United per riuscire a trattenerlo fino al termine dell’Europa League pagando una penale in caso di incrocio con i Red Devils nel corso della competizione e una volta chiusa questa parentesi si parlerà anche della possibile permanenza per il 2020’21. Solskjaer ha un progetto di squadra che non contempla il giocatore ed è ricambiato nel non voler seguire un destino comune, perché lo stesso Sanchez appare deciso nel mettere l’Inter in cima alle preferenze. "Abbiamo la possibilità di conoscerlo direttamente e siamo contenti - ha detto Marotta nel pre-partita di ieri -. Faremo delle valutazioni mirate perché ne abbiamo apprezzato le qualità. Vediamo cosa si può fare. Dzeko? Parlare di mercato oggi è difficile, siamo ancora nella fase finale di stagione e non sappiamo che giocatori regalerà il mercato".