Domenica 23 Febbraio 2025
REDAZIONE SPORT

Juventus-Barcellona ai raggi x. Giochiamo in anticipo la finale di Berlino

Spagnoli stellari: Buffon e Allegri punti in più per i bianconeri. Sfida super a centrocampo, mentre l'attacco dei marziani favoritisimo su Tevez e Morata

Luis Enrique e Massimiliano Allegri (Ansa)

Firenze, 3 giugno 2015 - Mancano tre giorni alla finale di Champions. Sabato sera Juventus e Barcellona si sfidano nell'appuntamento più atteso dell'anno. Blaugrana favoritissimi dai pronostici, ma i campioni d'Italia hanno più di una carta da giocarsi e dopo aver eliminato il Real Madrid sono pronti a un nuovo miracolo sportivo. Lo dicono anche i numeri che vengono fuori dall'analisi reparto per reparto delle due finaliste.

PORTIERI

BUFFON 8,5: Una delle sue migliori stagioni, a trentasette anni. Un punto di forza in campionato per Allegri insieme a Tevez, Marchisio e Chiellini, bravissimo e anche commovente per spirito e orgoglio a Madrid, nel ritorno con il Real. Berlino per lui è un appuntamento con il destino: insegue la sua prima Champions nello stadio della finale mondiale 2006, anche per una candidatura al Pallone d’oro, assegnato nella storia del premio solo a un portiere, Lev Jascin.

TER STEGEN 7,5: Porte girevoli in casa Barcellona, è il caso di dirlo. Luis Enrique, per non fare una scelta definitiva fra Claudio Bravo e Ter Stegen, ha fatto una scelta che un tempo sarebbe stata etichettata da noi come democristiana: il cileno titolare in campionato, il tedesco nelle coppe. Risultati fin qui molto buoni: Claudio Bravo ha vinto il premio «Zamora» come miglior numero uno della Liga, Ter Stegen è rimasto imbattuto per sei volte in Champions. Ma non è ancora all’altezza di Buffon.

DIFENSORI

JUVENTUS 8: Secondo le statististiche Uefa, Lichtsteiner è il maratoneta della Champions, è il giocatore che ha percorso più chilometri di tutti. E la Juve la squadra che corre di più, come media. Anche questo conta, nella valutazione dei reparti e dei punti di forza delle due finaliste. La Juventus può fare affidamento sulla forza fisica e atletica dei suoi giocatori, come Bonucci e Chiellini, e lo ha sottolineato anche Messi, non a caso. E’ la difesa che ha eliminato dalla coppa Cristiano Ronaldo. Reparto decisivo per Berlino, con l’aiuto dei centrocampisti.

BARCELLONA 7,5: La bravura di Luis Enrique è stata proprio quella di dare una solidità difensiva al suo Barcellona. Troppo facile far bene in attacco, quando hai quel tridente a disposizione. La mano dell’allenatore è stata apprezzata in Catalogna nella preparazione del pressing e della fase difensiva. Nelle sei partite a eliminazione diretta della Champions, il Barcellona ha preso solo cinque gol, di cui tre a Monaco a qualificazione già al sicuro. Qualcosa in più rispetto ai bianconeri sul piano della qualità dei singoli, ma è una difesa che può anche concedere.

CENTROCAMPISTI

JUVENTUS 7,5. In mezzo al campo, dove molto o tutto si decide, il rendimento del reparto bianconero è stato legato a quello dei singoli, con alti e bassi, come nel caso di Pirlo, Vidal e di Pogba. Si può dire, in una valutazione complessiva della stagione, che l’organizzazione di Allegri è stata migliore degli interpreti e ha permesso alla Juventus di ammortizzare anche i momenti meno felici dei suoi centrocampisti. Il più continuo è stato Marchisio. Aggiungendo che Pereyra è stato da riserva uno dei giocatori più utili e presenti, a Berlino servirà, ad esempio, il miglior Pogba della stagione, quello che quest’anno, tra infortunio muscolare e disturbi di mercato, si è visto assai meno di quanto preventivato.   BARCELLONA 8,5. In Champions, possesso palla del 61 per cento, precisione nei passaggi pari all’83 per cento. Contro il Bayern, in particolare, il Barcellona si è esaltato nel pressing, con il sostegno di Dani Alves e Jordi Alba. Di gran livello e sostanza l’inserimento di Rakitic, con un fenomeno come Xavi retrocesso in panchina. Busquets il gregario di lusso, Iniesta tornato nell’ultimo mese ai suoi deliziosi livelli. Il mancheco è in dubbio per Berlino, e questo potrebbe pesare. Allegri, non a caso, considera Iniesta pericoloso quanto Messi. 

ATTACCANTI

JUVENTUS 8: Un voto legato soprattutto alla stagione d’oro di Tevez. L’argentino è il leader della Juventus, con venti gol in campionato, due in coppa Italia, sette nella coppa europea, ha vinto la Champions con il Manchester e vuole riprovarci, al cospetto di Messi. Il rapporto fra i due si è ricomposto, dopo l’esclusione dell’”Apache” dalla nazionale su pressione dello stesso Messi. Morata fin qui molto bene in Champions.

BARCELLONA 9,5: In 59 partite ufficiali, il Barca ha segnato 173 gol (subendone 37), e di questi 116 ad opera del tridente Messi-Neymar-Suarez. Per Messi, 58 gol in stagione, di cui dieci in Champions, oltre a trenta assist e sei pali. Sono macronumeri con pochissimi riscontri, nella storia del calcio. Vanno d’accordo in campo e fuori, quei tre. Una partita nella partita, il confronto diretto fra Suarez e Chiellini, dopo il morso dell’uruguaiano al mondiale brasiliano. Un Messi così, a neanche 28 anni, forse non si era mai visto. L’argentino sembra destinato al suo quinto Pallone d’Oro dopo una stagione fantastica.

ALLENATORI

ALLEGRI 8: Bravo, scaltro, abile. L’allenatore livornese, in questa sua prima stagione juventina ha costruito la pagina migliore della sua carriera. Prendendo il meglio della Juve di Conte e modificandola a sua immagine e somiglianza. Cambiando modulo, rinunciando alla difesa a tre (con Barzagli a lungo fuori e probabilmente in panchina sabato) e inserendo il trequartista. A Berlino, contro un Messi immarcabile, la strategia e il modo di stare in campo, l’organizzazione di squadra, cercando di concedere il meno possibile, saranno decisivi. Secondo la migliore tradizione del calcio italiano. Allegri è alla sua prima finale di Champions in carriera, e se la è meritata. 

LUIS ENRIQUE 7,5: Ha vinto Liga e Coppa del Re, sta per giocarsi la grande carta del “Triplete” a Berlino, ma nonostante tutto questo la sua conferma sulla panchina blaugrana è ancora in discussione. A Barcellona fanno notare che la squadra è decollata dopo la resa dei conti di gennaio fra Messi e l’allenatore che aveva osato metterlo in panchina, con la “Pulce” padrone assoluto della situazione.  E’ un allenatore che fatica a unire, Luis Enrique, come gli era già successo a Roma, e più portato a dividere, e che ha bisogno di tempo per farsi capire. Gli è successo anche nella sua Barcellona. Prima le critiche, i dubbi, poi gli applausi. Ma sempre all’ombra di Messi.