Napoli, 5 settembre 2021 - Arrivato in sordina nella ridda dell'ultimo giorno di calciomercato, tra l'altro senza un pedigree di quelli che fanno sognare i tifosi, André Frank Zambo Anguissa potrebbe invece rivelarsi strada facendo una pedina fondamentale per Luciano Spalletti.
La benedizione di Garcia
Il riferimento è tutto a quel 4-2-3-1 frettolosamente archiviato dopo un'estate che al Napoli ha tolto, per motivi diversi, Tiémoué Bakayoko (mancato riscatto dal Chelsea) e Diego Demme (infortunio). Senza rinforzi il tecnico toscano è stato quasi costretto a virare su un 4-3-3 che comunque nelle prime gare ha fornito buoni riscontri. Sulla strada dei partenopei tuttavia - con tutto il rispetto - non ci saranno sempre Venezia e Genoa e così, soprattutto per la mediana, serviva un tassello più muscoli che lustrini. E possibilmente, data la situazione non ottimale del club sotto il profilo economico, a basso costo. Le ricerche hanno così condotto a Zambo Anguissa, di cui fino a qualche giorno fa si sapeva ben poco nonostante l'investitura arrivata qualche anno fa da Rudi Garcia ai tempi della militanza di entrambi nel Marsiglia: per l'allenatore francese il camerunese è un 'animale da guerra'. Qualsiasi spiegazione è superflua. Ridurre però le abilità del nuovo numero 99 azzurro solamente a quelle fisiche è un errore comune ma da non commettere: basti pensare che nella scorsa Premier League l'anomalo mediano Zambo Anguissa è stato addirittura il terzo giocatore per numero di dribbling riusciti. Da qui le riflessioni sulla zona del campo dove schierare il classe '95, arrivato a Napoli in prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni. E soprattutto i paragoni con illustri predecessori.
Ballottaggio con Lobotka?
Più che a Bakayoko infatti il camerunese può essere paragonato ad Allan, uno che all'ombra del Vesuvio viene ancora rimpianto proprio per le sue peculiarità uniche in entrambe le fasi. Chi potrebbe rimetterci dall'arrivo dell'ex Fulham è uno Stanislav Lobotka letteralmente rinato sotto il profilo fisico, come dimostra anche il recente minutaggio con la Slovacchia. Da un lato sarebbe un peccato interrompere sul più bello la nuova luna di miele tra il Napoli e l'ex Celta Vigo ma dall'altro non si può ignorare il ritmo forse troppo ancora troppo compassato per il calcio italiano del classe '94. A Spalletti, artefice del recupero di Lobotka, il compito di gestire questa nuova abbondanza che spazza via i tempi in cui a centrocampo, più che i giocatori, a muoversi erano le proverbiali balle di fieno.
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