Venerdì 10 Gennaio 2025
LEO TURRINI
Calcio

Addio Wanda Nara, malafemmina del calcio

Selfie piccanti e accuse ai compagni del marito, la tribù del football l'ha condannata

Wanda Nara

Milano, 3 settembre 2019 - Addio, Wanda. Si intitolava così un testo (sublime) di Indro Montanelli dedicato alla chiusura dei bordelli, nell’Italia che fu. E non c’è dubbio: lo stesso slogan, appunto "Addio, Wanda", torna buono per il tormentato epilogo della storia d’amore fra Mauro Icardi e l’Inter. Anche questa, senza usare eufemismi, è stata un gran casino.

Ora, sgombriamo il campo da perniciosi equivoci. Scrivo le righe che state leggendo da dichiarato, spudorato tifoso nerazzurro. E non c’entra nulla, nel discorso che segue, il sessismo. In tempi (legittimi) di #metoo è bene essere schietti dal principio. Se no si rischia di cadere nella trappola del politicamente corretto. In pieno stile Balotelli: uno che, quando meritava 4 in pagella vestendo la maglia azzurra, ecco, rispondeva tirando in ballo il razzismo. Solo che io avevo anche dato 3 al bianchissimo Cassano...

Insomma, addio Wanda. Dopo una soap opera durata mesi, Icardi se ne va a Parigi e si porta dietro la signora. Lei, appunto: Wanda Nara, consorte nonché manager, involontaria testimonial di una sociologica evoluzione (si fa per dire!), dato che una volta il calcio in tv lo commentava Gianni Brera e oggi invece ce lo spiega la moglie del bomber.

Anticipo l’obiezione. Vedi? Sei maschilista, ce l’hai con la sposa di Icardi appunto perché è una femmina! E invece no, qui il sesso non c’entra e sarebbe ora di farla finita con gli orpelli del buonismo. Lo scrivo? Lo scrivo: una stronzata resta una stronzata, qualunque sia il genere del protagonista.

No, dico. Che commento avremmo fatto se l’agente (maschio) di Icardi fosse andato in tv a spiegare che il suo cliente aveva compagni troppo scarsi? Che cosa avremmo pensato se il procuratore (maschio) di Maurito avesse spettegolato in pubblico sui problemi personali di Perisic? E come avremmo reagito, se il manager (maschio) del bomber avesse giustificato una di lui finta malattia, settimane e settimane di mutua, per protestare contro la sottrazione della fascia da capitano, nel frattempo però continuando ad incassare un lautissimo stipendio?

Mi rispondo da solo: avremmo detto che il signor Wando Naro era un pazzo. E nemmeno sono tanto sicuro, a questo punto, che dietro le strampalate mosse della Coppia ci fosse la Juventus, come tutti per mesi e mesi abbiamo sospettato. Fermo restando che per gli Amanti il ripiego, cioè Parigi, che val bene una messa, tanto ripiego non è. Anche se li voglio proprio vedere, gli sceicchi del Qatar proprietari del PSG, ad affidare alla signora la versione Al Jazeera di Tiki Taka... E SIA: l’ho confessato all’inizio, sono interista. Con Boninsegna, Altobelli, Milito eccetera questo Icardi è stato un attaccante stupendo. Ha segnato gol meravigliosi, più di cento, per la mia squadra del cuore. E non è stata colpa sua se da anni la Beneamata non vince niente, se non alza un trofeo dal remoto 2011.

In compenso è stata colpa loro, di Mauro e della sua signora, avere trasformato una storia di passione in una sagra del cattivo gusto. Tra selfie hot, tatuaggi hard, messaggi subliminali e sciocchezze sesquipedali. Addio, Wanda. Il bordello è finito.