Nel menù degli spareggi per la volata che porterà alla prossima Champions League manca l’ultima portata, quella che sarà servita domani all’ora del pranzo.
Atalanta-Juventus è il terzo scontro diretto in meno di ventiquattro ore, ma le due squadre vi arrivano con prospettive molto diverse. L’Atalanta è costretta a vincere a tutti i costi per tenere il contatto con la zona delle Coppe, la Juventus deve mettere da parte più punti possibili anche per riuscire a fronteggiare eventuali ritorni di penalizzazione (e il 10 maggio c’è l’udienza dell’inchiesta Prisma).
Se Milan e Inter arrivano alla settimana cruciale con lo stesso bottino ottenuto in campo negli anticipi contro le romane, ma Pioli è preoccupato per le condizioni di Leao, la Juventus fa ancora una volta una corsa contro se stessa ancor prima che contro le rivali.
E proprio per questo la difficile sfida di Bergamo (la Juve non batte l’Atalanta da sei partite) può essere uno spartiacque: vincere significa salire al secondo posto e mantenere cinque punti di vantaggio sulla quinta. Non è poco. All’andata finì 3-3, per la Juve segnò tra gli altri quel Di Maria che Allegri recupera in extremis. Gasperini deve fare a meno di Lookman e Hojlund, ma soprattutto deve scoprire come reagirà la sua squadra davanti all’ultima chiamata. Un clima e una pressione psicologica al quale la Juventus è sicuramente più abituata.
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