Roma, 4 marzo 2021 - La UEFA potrebbe tagliare tre delle dodici città che dovrebbero ospitare EURO 2020. Il torneo, posticipato a questa estate del 2021 a causa della pandemia da coronavirus, potrebbe subire un'altra piccola rivoluzione. Il massimo organo calcistico europeo vuole che le partite si disputino con la presenza di pubblico, ma Bilbao, Dublino e Glasgow potrebbero non dare il via libera alla riapertura - seppur parziale - dei propri impianti.
Vaccini e tifosi sugli spalti: precedenza all'Inghilterra
Uno dei Paesi che in Europa si sta muovendo meglio è l'Inghilterra. Il governo inglese procede spedito verso la vaccinazione completa della propria popolazione, tanto che anche i tifosi potrebbero tornare allo stadio già per l'ultima giornata di Premier League in programma a fine maggio. La UEFA ha preso atto di questa condizione e potrebbe far giocare ben sette partite di EURO 2020 a Londra, nella sede di Wembley, comprese le semifinali e la finale. Molto diversa è l'aria che tira in tre delle dodici città che dovrebbero ospitare alcuni match del torneo. A Glasgow, il governo scozzese ha già annunciato che procederà con più cautela e non ha offerto alcuna data ipotetica per il ritorno allo stadio dei supporters. Il segretario alla Sanità Jeane Freeman ha parlato all'Associated Press, rimandando la decisione a tempi migliori. Simile è la posizione dell'Irlanda e dei Paesi Baschi. A Dublino l'Aviva Stadium può accogliere 51.700 persone, ma la UEFA non ha ricevuto ancora indicazioni dalle autorità. Anche a Bilbao regna la cautela: "Continueremo a lavorare con la UEFA per capire se le partite potranno essere organizzate con i tifosi, quali saranno i limiti di capienza e le condizioni necessarie allo svolgimento in totale sicurezza". Nel frattempo la UEFA ha previsto di avere sul tavolo il "piano tifosi" entro poche settimane. Il countdown verso l'11 giugno, data di esordio della competizione a Roma, è scattato. Leggi anche: F1, Mick Schumacher: "Mio cognome un orgoglio, non un peso"