Milano, 27 settembre 2021 - Le notizie circolate negli ultimi giorni, specie dopo quanto dichiarato dal giudice del "Juzgado numero 17" di Madrid, Manuel Ruiz de Lara, sono state confermate: la Uefa è stata costretta a fare un passo indietro e ritirare i provvedimenti contro Barcellona, Juventus e Real Madrid per la questione Superlega. Tutte le sanzioni nei confronti dei tre club membri finora erano state solo congelate ma non cancellate. Senza questo passo ufficiale, annunciato tramite comunicato dal massimo organo governativo del calcio europeo, il presidente Aleksander Ceferin avrebbe rischiato l'incriminazione per il delitto di disobbedienza.
La nota ufficiale
"A seguito della sospensione dei procedimenti nei confronti di Barcellona, Juventus e Real Madrid, nella vicenda relativa a una potenziale violazione del quadro normativo Uefa in relazione alla cosiddetta 'Super League', l'Organo di Appello Uefa ha dichiarato oggi nullo il procedimento e nullo, come se il procedimento non fosse mai stato aperto", si legge nella nota pubblicata sul sito della Uefa.
La posizione di Agnelli
Prima della notizia del ritiro dei provvedimenti, Andrea Agnelli era tornato a parlare del tema Superlega nella lettera agli azionisti. "Non è questa la sede opportuna per tornare sulle cause della nascita della Super League - ha scritto il presidente bianconero -. ma è opportuno darvi conto del fatto che questa nuova competizione, che si propone di offrire al mondo il miglior spettacolo calcistico, ha nelle sue regolamentazioni tre valori essenziali per la stabilità dell’industria calcistica: (i) un nuovo framework condiviso per il controllo dei costi, che contribuisca, contrariamente a quanto affermato anche in sedi autorevoli, all’equilibrio competitivo delle competizioni; (ii) un forte impegno alla solidarietà e alla mutualità; (iii) la centralità delle prestazioni dei club nelle competizioni europee e del contributo di questi allo sviluppo dei talenti come elementi fondanti di un nuovo concetto di “meritocrazia” sportiva (concetto che non può basarsi esclusivamente sulle performance domestiche in ossequio a equilibri geopolitici e commerciali che dovrebbero rimanere estranei all’essenza dello sport). In sintesi - si legge sempre nella lettera agli azionisti -, un nuovo paradigma meritocratico ed un ritorno ai fondamentali: controllo dei costi e trasparenza, con tre categorie di stakeholder al centro del progetto: (i) tifosi, che dettano la domanda del prodotto; (ii) calciatori, i protagonisti degli spettacoli – sia per le competizioni dei club che delle nazionali; (iii) investitori, che assumono tutto il rischio imprenditoriale dell’industria calcistica. Un nuovo paradigma che il calcio non può continuare a trascurare e sulla base dei quali il dialogo politico dovrà riprendere".
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