Roma, 11 luglio 2021- Leonardo Spinazzola sarà assieme ai suoi compagni per la finale di Wembley in programma questa sera. L'infortunio al tendine d'Achille e l'operazione in Finlandia non hanno impedito al terzino di vivere questo momento assieme ai compagni dell'Italia che lo hanno sempre sostenuto dedicandogli anche la vittoria contro la Spagna. E ai microfoni de La Stampa l'azzurro racconta tutte le emozioni vissute negli ultimi giorni.
Insieme a Londra
Non sarà in campo, ma anche questa sera Spinazzola caricherà i suoi compagni come se fosse un titolare. Fini al momento dell'infortunio è stato uno degli elementi preziosi per l'Italia di Mancini, coronando così un lungo percorso di crescita. Lo stop è arrivato sul più bello, nel momento in cui la sua Nazionale aveva disperatamente bisogno di uno come lui per affrontare le partite più difficili. Ma il difensore giallorosso non lascerà soli i suoi compagni, neanche con le stampelle: "Quando sono salito sull’aereo per Londra sono rinato un po’. Questo torneo lo porterò dentro per sempre: dalle notti magiche dell’Olimpico fino al tempio del calcio contro i padroni di casa. Ora sono pronto, sento di avere ancora tanto da dare: sulla fascia tornerò tra qualche mese, ma mi piace pensare che staserà ci sarà di nuovo da spingere tutti insieme".
Il grande sogno
Subito dopo l'infortunio il suo compagno della Roma, Bryan Cristante era corso verso di lui per consolarlo. L'immagine è rimasta impressa a Spinazzola che svela un suo sogno nel cassetto: "Accarezzo un’immagine là in fondo: vorrei che le mani di Bryan Cristante, il primo compagno a consolarmi dopo l’infortunio, stanotte sollevassero qualcosa di più prezioso della mia testa". Nonostante tutto il giocatore non tornerebbe mai indietro per risparmiarsi sull'allungo che gli è stato fatale: "Tornassi indietro, riproverei quell’allungo. Lo farei altre cento volte ancora per andare a prendere un metro in più all’avversario e spostare la partita dalla nostra parte. Niente di straordinario, sono le regole degli Azzurri: in fondo a quest’avventura ci arrivi solo se sei disposto a dare l’anima per i tuoi compagni". E racconta anche il motivo principale che lo ha spinto a volare verso Londra: "L’infortunio mi ha strappato al campo ma non poteva portarmi via dal gruppo".
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