L’Atalanta per il terzo anno consecutivo ha varato un mercato 'contingentato', confermando la linea della continuità adottata nell’ultimo triennio. Del resto squadra che (quasi) vince non si cambia, se non nei limiti dell’essenziale. Per cui fiducia totale al blocco dei 15 titolari che ha conquistato tre terzi posti consecutivi, due finali di Coppa Italia e i quarti e gli ottavi nelle prime due esperienze in Champions, pur senza mai arrivare a conquistare un vero trofeo. Gian Piero Gasperini fa della chimica di squadra, a livello tattico e mentale, una delle armi vincenti della sua Dea - insieme alla forma fisica quasi sempre migliore delle altre per tutti i nove mesi agonistici - per cui anche in questa sessione di mercato la dirigenza nerazzurra ha cambiato il meno possibile o quasi.
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Serviva un portiere dopo una stagione sotto tono di Pierluigi Gollini, che a febbraio aveva perso il posto da titolare in favore di Marco Sportiello che non ha poi convinto: inevitabile l’addio all’estremo difensore ferrarese volato al Tottenham Hotspur, con un’operazione di prestito e riscatto che porterà 17 milioni al club bergamasco l’anno prossimo.
La trattativa per Gollini è stata il chiavistello con gli Spurs per la successiva operazione, inizialmente non preventivata, per la vendita di Cristian Romero, miglior difensore dello scorso campionato, con una formula analoga che vale 57 milioni per la Dea, con una plusvalenza in solo anno di 37 milioni. Soldi subito reinvestiti per tre colpi. Il primo: il 27enne portiere argentino Juan Musso, giocatore fortemente richiesto dal Gasp, acquistato dall’Udinese per 20 milioni.
Poi l’investimento a lunga durata con gli 11 milioni spesi per avere il 21enne Matteo Lovato, difensore centrale arrivato dal Verona al posto di Mattia Caldara non riscattato per scelta tecnica. Infine al posto di Romero ecco Merih Demiral, altro difensore che Gasp voleva: nell’estate 2019 la Dea curiosamente trattava sia Demiral, allora al Sassuolo, che Romero, allora al Genoa, considerandoli sullo stesso piano.
Il 23enne Demiral è giovane ma già esperto e l’Atalanta avrà un anno di tempo per testarlo, prima di decidere se riscattarlo a 25 milioni dalla Juventus. Per il resto pochi ritocchi secondari, con l’inserimento dell’ esterno Giuseppe Pezzella, con i prestiti di alcuni panchinari poco utilizzati (Lammers, Kovalenko, Ruggeri…) e la conferma dell’ossatura storica, con gli azzurri Toloi e Pessina, i mediani De Roon e Freuler, le ali Gosens, Hateboer e Maehle, i bomber colombiani Muriel e Zapata, quest’ultimo trattenuto nonostante la corte dell’Inter, e dei vari Djimisiti, Palomino, Pasalic, Miranchuk, Malinovskyi e dello stesso Ilicic. Così alla fine l’undici iniziale è rimasto quello della scorsa stagione, con Musso e Demiral al posto di Gollini e Romero.
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