Roma, 21 maggio 2022 - La Roma ha archiviato con netto successo contro il Torino questo campionato, conquistando un posto nella prossima Europa League, ma la stagione è tutt'altro che finita. Mercoledì i giallorossi giocheranno la finale di Conference League contro il Feyenoord, l'impegno più importante del primo anno targato Jose Mourinho. Proprio lo Special One è stato intervistato dalla UEFA per parlare non soltanto della finale, ma di tutta la sua lunga carriera.
Un punto sull'avversario
Un allenatore come Mourinho non si fa mai trovare impreparato. Mentre a Trigoria i suoi ragazzi si preparano per la finale, anche lui ha studiato molto bene il Feyenoord che, al pari della Roma, ha vissuto un grande cammino in Conference League: "Hanno disputato 14 partite come noi e hanno superato avversarie difficili. Ad esempio, la semifinale con il Marsiglia. Puoi solo riconoscere i loro meriti. Le finali sono 50-50 ma faremo del nostro meglio per portarla a 51-49 per noi. Deve accadere durante la partita, non prima. Il lavoro che porta alla finale nell’arco di diversi mesi è la base per quei 90 o 120 minuti. È il giorno dei giocatori, noi siamo lì solo per dare un piccolo aiuto". Poi sulla Conference: "Sono un allenatore con una storia e la Roma è un grande club. Ho sentito un po’ di responsabilità nel cercare di rendere [la prima edizione del torneo] una grande competizione. Così, a poco a poco, siamo andati a realizzare la nostra ambizione di andare il più lontano possibile. La Conference League è la nostra UEFA Champions League".
Il re delle finali
Mourinho è un vero specialista delle finali, dato che in carriera ha raggiunto tutte le finali UEFA per club: "Se riuscirò a vincere quattro competizioni europee con quattro squadre diverse, non dimenticherò mai la prima, che è stata la Coppa delle Coppe 1996/97 UEFA come assistente del compianto e grande Bobby Robson al Barcellona. Vincere il primo può succedere facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto. Vincere la seconda volta è più difficile della prima volta e vincere la terza volta è più difficile della seconda". Infine il portoghese ha parlato della possibilità di regalare alla Roma il suo primo trofeo UEFA: "Dobbiamo dimenticare il fatto che potremmo vincere il nostro primo trofeo UEFA. Per me, devi trattare una finale come una partita secca che porta pressione. Poi ovviamente sarebbe meraviglioso vincere per la città, il club e tutti noi".