Mercoledì 13 Novembre 2024
GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
Calcio

Premio Bearzot 2023 a Spalletti. De Laurentiis: "Il mister resterà con noi"

Il patron blinda il tecnico toscano ma non totalmente i giocatori: "Il prezzo lo fanno le cosiddette proposte indecenti"

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 24 marzo 2023 - La stagione non è ancora finita ma per il Napoli è già tempo di raccogliere encomi: è il caso di Luciano Spalletti, che in mattinata ha ricevuto il Premio Enzo Bearzot 2023 nella bellissima cornice del Maschio Angioino.  

Le dichiarazioni di Spalletti

  Immancabile ovviamente il commento del diretto interessato, che ha ripercorso le varie tappe della sua splendida cavalcata in azzurro: comprese le tappe meno felici. "Quando sono arrivato qui c'era un clima di indifferenza intorno alla squadra a causa di alcuni risultati che non erano consoni alle ambizioni della città. C'era bisogno di compattarsi per diventare un corpo unico di fronte alle difficoltà. Ci siamo riusciti e adesso il rischio, in un contesto esteticamente così bello, è l'appagamento: devo dire che sono fortunato ad allenare un gruppo che puntualmente, quando ho dei dubbi e delle paure al riguardo, mi smentisce sfoderando delle prestazioni fantastiche". Discorso che vale in campionato, con una vetta della classifica ormai in ghiaccio, ma anche in Champions League, con un cammino più roseo del previsto e un finale di torneo ancora da scrivere. "Dobbiamo goderci pienamente questa emozione che è inedita anche per me a dispetto dei miei 64 anni. Nello stesso tempo - continua Spalletti - sarà importante giocarci al meglio questa chance: vale per me, ma pure per i giocatori, perché gli anni passano in fretta e certe sfide così belle poi non ricapitano più. Guai però a cullarci sul vantaggio che abbiamo in campionato: in Champions si riparte da zero, ma confido nella condizione fisica ottimale di una squadra preparata da uno staff di grande livello anche grazie al lavoro del nostro presidente". Al suddetto presidente va ascritto, insieme alla mano di Cristiano Giuntoli, anche il merito di una campagna acquisti che ha messo a disposizione di Spalletti dei giocatori solo all'apparenza semisconosciuti: Khvicha Kvaratskhelia e Kim Min-Jae, il cui rendimento è forse andato oltre ogni più rosea aspettativa. "Insieme al presidente avevamo qualche dubbio perché entrambi arrivavano da campionati sulla carta meno competitivi, ma per fortuna negli anni il livello dei diversi tornei si è avvicinato. Guai però a fare un torto al resto della squadra: penso a Giovanni Di Lorenzo, che incarna meglio di chiunque altro il calcio moderno, che richiede a un giocatore la capacità di coprire più ruoli svolgendo al meglio i propri compiti. Il nostro capitano è un grande difensore, ma in fase di costruzione ha la stessa qualità dei centrocampisti e quando va davanti riesce a fare male agli avversari: questo succede quando in una squadra tutto funziona bene e la crescita dei singoli va di pari passo con quella del gruppo".

 

Le dichiarazioni di De Laurentiis

 Inevitabile carpire le dichiarazioni dell'altro fautore della grande stagione del Napoli, patron De Laurentiis, che come sempre davanti a microfoni e taccuini è stato un autentico mattatore spaziando tra presente, passato e soprattutto futuro: il tutto includendo la solita ormai ben nota vena polemica che spazza via anche l'ultimo briciolo di scaramanzia rimasto nel capoluogo campano. "Con delle regole diverse magari lo scudetto sarebbe arrivato prima e forse anche più di una volta: fatto sta che comunque a fine stagione la festa per noi sarà grandissima". Festa resa possibile soprattutto dal grande lavoro di Spalletti, confermatissimo anche in vista dell'immediato futuro. "Il mister resterà con noi". Parole leggermente diverse, come prevedibile, quelle riferite al parco giocatori. "Di solito arriva sempre la cosiddetta proposta indecente: è quella che crea numeri e mercato. Noi aspetteremo, ma di certo grazie ai contratti particolari che stiliamo qui nessuno si muoverà senza il nostro consenso: c'è l'intenzione di preservare un gruppo fantastico composto da ragazzi stupendi". Dopo il futuro De Laurentiis riavvolge il nastro partendo dal momento dell'approdo sul pianeta Napoli. "Era il 2004 e ricordo bene quanto la mia famiglia fosse poco entusiasta di questa mia mosse imprenditoriale, vista da molti più come una complicazione che come un beneficio: oggi invece mia moglie è la prima tifosa degli azzurri". Decisamente più recenti i ricordi dell'inizio dell'avventura di Spalletti: non senza qualche gustoso retroscena. "E' stata una mia felice intuizione nata quando Rino Gattuso non stava bene: andavo spesso a trovarlo a Milano, ma in realtà ne approfittavo anche per incontrare il nostro attuale allenatore, che avevo già sentito prima che andasse alla Roma. All'epoca disse no e in un certo senso è andata così anche quella volta, perché mi aveva dato il suo assenso solo per giugno e non per sostituire in corsa Gattuso. Con quest'ultimo il rapporto è andato avanti fino all'estate nonostante avessi strappato un tacito consenso a Spalletti anche per l'immediato: magari saremmo andati in Champions League se l'avvicendamento in panchina fosse avvenuto prima". De Laurentiis svela anche i seguenti tentativi più o meno riusciti di depistare la stampa. "Nel frattempo facevo uscire altri nomi: su tutti quell di Sergio Conceicao e Massimiliano Allegri, che venne diverse volte nei miei uffici per farmi lezioni di calcio. Alla fine è arrivato il bravissimo Spalletti, che ci ha subito riportato ai vertici del calcio italiano. Anzi, forse l'anno scorso avremmo potuto raccogliere anche di più".

 

Il piano per il rinnovo di Spalletti

 

 

  Insomma, il vulcano De Laurentiis non è mai pago: a maggior ragione ora che la sua creatura sta vivendo il periodo di maggior splendore. Merito proprio del 'bravissimo Spalletti', pronto a essere blindato fino al 2025: quindi ben oltre quel 2024 fissato come opzione unilaterale appannaggio del Napoli. In realtà il patron non vorrebbe percorrere questa strada, reputata fredda e fuori luogo a maggior ragione dopo una stagione del genere: meglio lavorare a un biennale sulla base di uno stipendio da 4 milioni più bonus. Mai come stavolta il discorso economico sembra quello meno problematico: Spalletti è notoriamente un allenatore che vive di stimoli e, paradossalmente, vincere lo scudetto (e magari addirittura pure la Champions) potrebbe diventare anche il regalo di addio per un'intera città. De Laurentiis permettendo.

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