Domenica 22 Dicembre 2024
MASSIMO DONELLI
Calcio

Ora siamo diventati quelli bravi. Nel mondo scoppia la voglia di Italia

Non solo il calcio. Riparte il turismo, i tedeschi ci lodano, si ascolta la nostra musica: il Belpaese torna attrattivo

Lorenzo Insigne alza la Coppa: Italia campione d'Europa

Come si aggira, dopo la sbornia azzurra, la trappola della retorica volendo raccontare seriamente il nuovo Rinascimento italiano? Con i numeri. E, per cominciare, lasciando parlare chi italiano non è. "Con l’approvazione del piano di ripresa da parte del Consiglio, i finanziamenti di Next Generation Eu possono iniziare. È un piano senza precedenti: nei prossimi anni verranno investiti in Italia 191,5 miliardi di euro per aiutare a ricostruire l’economia, renderla più verde, digitale e pronta al futuro" ha twittato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, 62 anni, tedesca, dopo l’ok del Consiglio Ue al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ecco il primo numero importante: 191,5 miliardi. Ce n’è un altro che arriva da Bruxelles e lo certifica la Commissione europea: 5%. È la crescita del Prodotto interno lordo (Pil) che l’Italia registrerà quest’anno. Performance eccezionale: sopra la media dei Paesi europei (4,8%), meglio della Germania (3,6%)! Mica è finita.

Secondo l’Osservatorio Uber su Mobilità e Turismo, tra maggio e giugno 2021 c’è stata in Italia una crescita media del 106% delle corse richieste da turisti stranieri rispetto al 2020. Con punte del 200% a Bologna, Roma, Torino. E del 400% a Napoli. Chiosa Giorgio Palmucci, 59 anni, presidente Enit, agenzia nazionale del turismo: "È interessante soffermarsi sul "sentimento Italia", la percezione e il desiderio rimasto sempre vivido della penisola a livello internazionale. Il confronto degli ultimi mesi sul sentiment, rilevato dalle tracce digitali dei turisti, con Francia, Spagna e Grecia, vede l’Italia partire in vantaggio. Quanto alle prenotazioni, siamo ad un oltre 30% tra italiani e stranieri per il mese di agosto". Benissimo. Adesso basta con i numeri, però. Troppi annoiano. O addirittura possono confondere. E, poichè la trappola della retorica è sempre lì e va evitata, affidiamoci ai fatti. Indispensabili per punteggiare l’incredibile congiunzione astrale che vede il brand Italia splendere ormai da settimane.

22 maggio. All’Ahoy Arena di Rotterdam i Maneskin, trionfatori a Sanremo con il brano Zitti e buoni, vincono l’Eurovision Song Contest: non accadeva dal 1990, quando al primo posto finì Toto Cotugno con Insieme. I Maneskin sono oggi gli artisti italiani più ascoltati del mondo su Spotify: oltre un miliardo e mezzo di streaming totali.

18 giugno. Al Cercle d’Economia di Barcellona il premier Mario Draghi, 73 anni, riceve un premio "Per la costruzione europea". Subito dopo, partecipa all’incontro bilaterale Spagna-Italia con il collega Pedro Sanchez, 49 anni, che dice in conferenza stampa: "Per me è un immenso piacere poter condividere questa platea con un maestro come Mario. Quando parla al Consiglio europeo, tutti stiamo in silenzio e ascoltiamo. E non è una cosa che succede spesso". Infatti: mai sentito elogiare così un politico italiano.

9 luglio. Matteo Berrettini, 25 anni, romano, batte il polacco Hubert Hurkacz, 24 anni, ed è il primo italiano in finale a Wimbledon. Perderà due giorni dopo con quel gigante di Novak Djokovic, 34 anni, serbo. Ma battendosi come un leone. E, tra gli applausi degli inglesi, si complimenterà come un gentleman con l’avversario. Bravo!

11 luglio. La Nazionale di Roberto Mancini, 56 anni, vince gli Europei di calcio, titolo inseguito da 53 anni. E qui non dico altro. Perché è già stato detto di tutto e di più. Ecco, in 50 giorni l’Italia ha brillato su palcoscenici diversi. Ha ricevuto elogi per il fair play sportivo dai severissimi giornali tedeschi, che hanno contrapposto la nostra eleganza alla caduta di stile degli inglesi. Si è ripopolata di turisti stranieri. Ha allagato di immagini (dalla pizza alla maglia azzurra) i social. Ha fatto ballare e cantare il mondo. D’accordo, la battaglia contro il Covid non è finita. Ma, diciamolo, c’è euforia come nel dopoguerra, quando si gettarono le basi per il miracolo economico che trasformò un Paese derelitto in potenza mondiale. Allora Alcide De Gasperi (1881-1954) ricevette il sostegno di Washington con il celebrato Piano Marshall. Adesso Draghi riceve il sostegno di Bruxelles con il Next Generation Eu. Ieri eravamo in ottime mani. Oggi lo siamo di nuovo. Così il brand Italia è tornato a splendere nel mondo intero. E noi, qui nel Belpaese, possiamo riprendere a sognare.