Napoli, 3 aprile 2023 - Essere a un passo dal terzo scudetto, atteso per decenni attraversati da alterne vicende, ma contestare l'artefice del Napoli di nuovo vincente: è uno dei tanti paradossi di una città spesso ricca di contraddizioni, che ora assiste quasi incredula allo scontro a distanza tra la parte più calda del tifo azzurro e Aurelio De Laurentiis.
Le motivazioni
Non solo il roboante poker incassato per mano del Milan: della serata storta del Maradona resteranno fisse nella memoria collettiva le immagini dei pesanti scontri avvenuti in Curva B, il cuore pulsante dell'impianto di Fuorigrotta. In lotta - è proprio il caso di dirlo - due gruppi ultras e le loro opposte visioni nei confronti di una protesta che avrebbe poi consegnato i decibel del tifo e lo spettacolo cromatico di sciarpe, striscioni e bandiere ai soli sostenitori rossoneri e non solo per l'esito positivo del match. Il primo atto si era consumato infatti ben prima del fischio d'inizio del match: per la precisione nel pomeriggio a Piazzale Tecchio, luogo di un appuntamento (dai toni non proprio diplomatici) tra supporter appartenenti a diversi gruppi della Curva B. I motivi principali dietro l'ira del tifo organizzato del Napoli nei confronti di De Laurentiis sono almeno due: il prezzo piuttosto elevato dei biglietti riservati alle partite di Champions League e il divieto di introdurre nello stadio tamburi e striscioni, compresi quei vessilli storici che da tempo identificano gli ultras. Divieto che, curiosamente, non sussiste per i sostenitori avversari per espressa decisione del Questore: al sindaco Gaetano Manfredi, invece, molti imputano la decisione di aver indetto, per il prossimo 4 giugno e in barba a qualsiasi scaramanzia o calcolo matematico, una festa scudetto praticamente a numero chiuso a Piazza del Plebiscito. Da qui la prima protesta di una giornata che avrebbe visto il proprio momento di spannung negli scontri serali: protesta, almeno quella pomeridiana, nel segno di cori, bandiere, stendardi e fumogeni.
Le dichiarazioni del leader della Curva B
A 'rivendicare' l'ira di parte del tifo azzurro, quella che - ironia del destino - finirà col festeggiare il probabile scudetto lontano dal Maradona, è stato Alessandro Cosentino, uno dei leader della Curva B che, intercettato dai microfoni dell'emittente locale Canale 21, ha detto la sua sulla faida interna in corso. "Si tratta del nostro modo per rispondere alle accuse che il signor De Laurentiis da anni sta rivolgendo a entrambe le Curve, formate da gente che da decenni viene allo stadio senza chiedere nulla in cambio. Si tratta di un ambiente caldo e bello che si fa sentire col suo sostegno oggi ma soprattutto lo ha fatto negli anni bui, quelli da non dimenticare. Oggi - continua Cosentino - a comando della società c'è un 'primo attore' che parla di tifosi virtuali e di feste a numero chiuso, dove verosimilmente gli invitati saranno solo vip e suoi amici: tutte cose impossibili da chiedere a una piazza così calda e passionale come la nostra, che non riconoscerà quella come la festa propria".
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