Napoli, 29 gennaio 2021 - Una vittoria scaccia-crisi e scaccia-polemiche. O forse no: se il netto successo in Coppa Italia contro lo Spezia è servito a interrompere l'emorragia di risultati, non si può dire lo stesso per i nervosismi che invece continuano a imperversare in quel di Castel Volturno.
La rivincita dopo l'amara Epifania
Non poteva essere altrimenti dopo i fulmini e le saette volati nei giorni scorsi, con mille voci che hanno minato la serenità in casa Napoli e in particolare quella di un Gennaro Gattuso più che saldo che mai al timone della barca. A dirlo è proprio il diretto interessato, rinfrancato dalla fiducia confermata (prima della gara contro i liguri) da Aurelio De Laurentiis in visita nel ritiro azzurro. Una boccata d'ossigeno che ha fatto bene al tecnico calabrese ma anche alla squadra, che in appena 40' ha liquidato la pratica Spezia a suon di gol: a marcare il tabellino sono stati Koulibaly, Lozano, Politano ed Elmas, che in meno di un tempo hanno scacciato l'incubo datato 6 gennaio, quando la banda Italiano espugnò per la prima volta il nuovo Stadio Maradona e lo fece con una prova all'insegna del cinismo. Quello stesso cinismo che ieri ha caratterizzato un Napoli spietato e determinato almeno fino al black out finale che ha consensito a Gyasi e Acampora di regalarsi una gioia comunque vana: a staccare il biglietto per le semifinali sono i partenopei, che dovranno vedersela con l'Atalanta nei due atti in programma il 3 e il 10 febbraio.
Giuntoli ai titoli di coda?
Date piuttosto vicine entro le quali Gattuso, al di là del 4-2 di ieri, è chiamato a sistemare una macchina ancora singhiozzante. Tutto o niente: è questo che spesso mettono sul campo gli azzurri, alternando con preoccupante pericolosità prestazioni convincenti ad altre deludenti. In questa forbice di oscillazioni chi rischia di pagare il conto più salato è come sempre l'allenatore. Per la precisione un Gattuso che nel dopopartita ci ha tenuto ad alzare la voce e fare quadrato con i propri giocatori ma ancor prima con se stesso, respingendo con forza qualsiasi ipotesi di addio nel breve e nel lungo termine. Insomma, vissero tutti felici e contenti o quasi, visto che la tempesta non sembra essere passata per Cristiano Giuntoli, sempre più lontano dal capoluogo campano. L'impressione è che in questo caso nessun risultato possa ricomporre una frattura diventata ormai troppo profonda e che va al di là dei risultati, toccando sfere più importanti e delicate come i conti e i bilanci: materie su cui ADL non ammette scherzi e passi falsi.
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